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I sec. d.C.

IGINO, Favole, 54, 142, 144

Testo tratto da: Igino, Miti, a cura di Guidorizzi G., Adelphi, Milano 2000.

54

Tetide

Era destino che il figlio della Nereide Teti sarebbe stato più forte del padre: solo Prometeo conosceva questo segreto. Così, quando Giove fu preso dal desiderio di unirsi a lei, Prometeo promise di rivelarglielo se fosse stato liberato dalle catene; il patto fu giurato e allora Prometeo ammonì Giove ad astenersi da Teti, per evitare di dare alla luce un figlio più forte di lui che l’avrebbe cacciato dal regno come lui aveva fatto con Saturno. Così Teti fu data in sposa a Peleo, figlio di Eaco, ed Ercole fu mandato ad uccidere l’aquila che rodeva il cuore di Prometeo. Essa fu abbattuta e Prometeo venne liberato dal Caucaso dopo un prigionia di trentamila anni.

142

Pandora

Prometeo, figlio di Giapeto, plasmò per primo gli uomini dal fango; poi Vulcano, per comando di Giove, fece col fango una forma di donna alla quale Minerva infuse l’anima mentre gli altri Dèi le diedero ciascuno un dono: per questo fu chiamata Pandora. Essa fu data in matrimonio a Epimeteo, fratello di Prometeo; da loro nacque Pirra che si dice sia stata la prima donna mortale.

144

Prometeo

Un tempo gli uomini chiedevano il fuoco agli Dèi e non sapevano conservarlo perennemente. In seguito Prometeo lo portò in terra nascosto dentro una canna e insegnò agli uomini il modo di conservarlo sotto la cenere. Perciò Mercurio, per ordine di Giove, lo legò a una rupe sul monte Caucaso con chiodi di ferro, e gli pose accanto un’aquila che gli rodeva il cuore: e quanto veniva mangiato di giorno, altrettanto cresceva di notte. Fu Ercole a uccidere quest’aquila dopo trentamila anni e a liberarlo.