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VII-VI sec. a.C.

ESOPO, Favole, 124, 210, 322

Traduzione tratta da: Esopo, Favole, a cura di Benedetti C., Oscar Mondadori, Milano 1996.

124

Zeus, Prometeo, Atena e Momo

Zeus, Prometeo e Atena, dopo aver modellato l’uno un toro, l’altro un uomo e la terza una casa, scelsero Momo come giudice. Costui, invidioso delle loro creature, incominciò a dire che Zeus aveva sbagliato a non piazzare gli occhi del toro sulle corna: così l’animale avrebbe visto dove andava a sbattere. E che Prometeo aveva fatto male  a non appendere il cuore dell’uomo all’esterno del corpo: così sarebbe stato possibile smascherare i malvagi e vedere chiaramente che cosa ha in animo ciascuno. E infine che Atena avrebbe dovuto mettere delle ruote sotto la casa: così, se un uomo perverso si fosse stabilito nelle vicinanze, si sarebbe potuto spostarla altrove con tutta facilità. Ma Zeus si sdegnò con lui per l’invidia e lo cacciò dall’Olimpo. La favola dimostra che nulla è tanto perfetto da non prestare il fianco a qualche critica.

210

Il leone, Prometeo e l’elefante

Il leone rimproverava spesso Prometeo, dicendo: “ Mi hai plasmato grande e bello, hai armato la mia mascella di denti, hai reso forti le mie zampe con gli artigli e mi hai fatto più possente di tutti gli altri animali. E pur con tutto questo io ho paura del gallo!”. Gli rispose Prometeo: “Perché mi accusi senza ragione? Hai ricevuto da parte mia tutte le qualità che potevo darti: il tuo coraggio presenta quest’unico punto debole”. Dunque il leone compiangeva se stesso, accusandosi di essere un vile, finchè decise di uccidersi. Mentre meditava su questa risoluzione, s’imbattè nell’elefante, lo salutò e si fermò a discorrere con lui. Accortosi che quello agitava continuamente le orecchie: “Che cos’hai?” gli chiese. “Perché le tue orecchie non stanno ferme un secondo?”. E l’elefante, indicandogli una zanzara che svolazzava intorno a lui: “Vedi questo piccolo essere che ronza? Se si infila nel condotto del mio orecchio, sono morto!”. “Perché mai dovrei uccidermi” esclamò allora il leone, “visto che sono tanto possente e più fortunato dell’elefante quanto il gallo è superiore alla zanzara?”. La zanzara è così forte, lo si vede, da far paura perfino all’elefante.  

322

Prometeo e gli uomini

Su ordine di Zeus, Prometeo plasmò gli uomini e gli animali. Quando Zeus vide che questi ultimi erano molto più numerosi, comandò a Prometeo di eliminarne alcuni per trasformarli in uomini e quello obbedì. Di conseguenza accadde che quanti non erano nati come uomini fin dall’inizio ebbero sì forma umana, ma mantennero un’anima da bestie. La favola è adatta per coloro che sono rozzi e selvaggi.