106-43 a.C.
CICERONE,Tusculanarum Disputationum, II, 10
Testo tratto da: Cicerone, Opere Politiche e Filosofiche, vol II, a cura di Marinone N., Utet, Torino 1988.
Venga Eschilo, che non solo fu poeta ma anche seguace di Pitagora: così infatti ci è stato tramandato. In che modo egli fa sopportare a Prometeo il dolore che lo tormenta per il furto di Lemno?
Donde il fuoco, è fama, fu ai mortali furtivamente
Distribuito; e il sapiente Prometeo
Con inganno l’aveva rubato ed al supremo Giove
Secondo il destino scontò la pena.
Scontando dunque questa pena inchiodato sul Caucaso, dice così:
O stirpe dei Titani, a me parente consanguinea,
prole di Cielo, guardatemi legato ad aspre
rocce e prigioniero, come nave che in burrascoso mare,
la notte paventando, timorosi attaccano i nocchieri.
Così m’inchiodò il saturnio Giove
ed il volere di Giove la mano di Mulcibero assecondò. (ndr Vulcano)
Egli con arte crudele conficcandovi cunei
le membra mi spezzò; dalla sua abilità, misero,
trafitto, questa rocca delle Furie io abito.
E un giorno su tre, per me funestogiorno,
con infausto volo calandosi e strazioandomi con le unghie adunche,
di Giove ministra un’aquila con fiero pasto mi dilania.
Poi, del grasso fegato nutrita e sazia a sufficienza,
assordante emette il suo grido e alzandosi in volo
con le piume della coda deterge il sangue mio.
Ma appena il mio fegato roso si gonfia rinnovandosi,
essa allora bramosa ritorna all’orrendo pasto.
Così questa custode della triste tortura io nutro,
ed essa me vivo tormenta con eterno supplizio.
Giacchè, come vedete, da Giove incatenato
Allontanar non posso il crudele uccello dal mio petto.
Così di me stesso privo subisco angosciose pene
nel desio di morte agognando un termine al mio male;
ma lungi da fine son tenuto per voler di Giove,
e questa antica, addensatasi nel tempo che trascorre orribile,
funesta sofferenza si è confitta nel mio corpo;
donde, liquefatte dall’ardor del sole, stillano
gocce, che bagnan senza posa del Caucaso le rocce.
Sembra davvero che molto difficilmente si possa negare
che è infelice uno in questa situazione,
e se lo diciamo infelice, è certo che il dolore è un male.