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I sec. d.C.

Apollodoro, Biblioteca

I 7, 3. vv.38-41

“Eolo diventò re delle regioni della Tessaglia

e chiamò gli abitanti Eoli; sposò Enarete figlia

di Deimaco ed ebbe sette figli; Creteo, Sisifo,

Atamante (…)”.

I 9, 1. vv.1-14

“Dei figli di Eolo, Atamante, re della Beozia, genera da Nefele

un figlio, Frisso e una figlia Elle. Poi sposa Ino, dalla quale gli

nacquero Learco e Melicerta. Ino che tramava contro i figli di

Nefele, persuade le donne del luogo ad abbrustolire i semi del

grano. Le donne presero i semi e li abbrustolirono, all’insaputa

dei mariti. Seminata con grani bruciati, la terra non produceva

più il raccolto annuale: allora Atamante inviò dei messaggeri a

Delfi per chiedere come poteva liberarsi dalla carestia. Ino

persuase i messaggeri a dire che, secondo l’oracolo, la carestia

sarebbe cessata se Frisso fosse stato sacrificato a Zeus. Udito

il responso Atamante, costretto dagli abitanti del paese, portò

Frisso davanti all’altare. Ma Nefele, insieme a sua figlia, lo rapì,

e fece loro dono di un ariete dal vello d’oro che aveva ricevuto da

Ermes e che li trasportò attraverso il cielo oltre la terra e il mare”.

I 9, 2. vv.24-27

“Più tardi Atamante, a causa della collera di Era, fu

privato anche dei figli avuti da Ino; lui stesso, colto

da follia, uccise Learco con un colpo di freccia; Ino

si gettò in mare insieme a Melicerte”.

III 4, 3. vv.40-53

“(…) Zeus scioglie le cuciture, fa nascere Dioniso e lo affida

a Ermes. Ermes lo porta da Ino e Atamante e li persuade a

crescerlo come se fosse una fanciulla. Ma Era si adirò e li

fece impazzire: Atamante scambiò il figlio maggiore, Learco,

per un cerbiatto, gli diede la caccia e lo uccise; Ino gettò

Melicerta in un bacile d’acqua bollente, poi lo tirò fuori e, col

cadavere del figlio, si lanciò in mare. Lei viene chiamata

Leucotea e suo figlio Palemone: sono i nomi che danno loro i

naviganti che essi soccorrono nelle tempeste. In onore di

Melicerta, Sisifo istituì i Giochi Istmici. Zeus sottrasse Dioniso

alla collera di Era mutandolo in capretto: Ermes lo prese e lo

portò presso delle ninfe che vivevano a Nisa, in Asia, e che

più tardi Zeus trasformò in costellazioni col nome di Iadi”.