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II sec. d.C.

Luciano di Samosata, Dialoghi degli Dei

Posidone e i delfini:

IX 8, 1.

1. “Posidone: io mi compiaccio con voi, o delfini, perché vi mostrate sempre amici dell’uomo. Molto tempo fa portaste il figlio di Ino fino all’Istmo, dopo averlo accolto sul dorso quando cadde con la madre dagli scogli Scironidi (…)”.

Posidone e le Nereidi:

IX 9, 1 - 2.

1. Posidone. Questo stretto, dove cadde la fanciulla, prenda da lei il nome di Ellesponto. E voi, o Nereidi, raccogliete il cadavere e portatelo nella Troade, perché sia seppellito dalla gente del luogo. Anfitrite: No Posidone, sia sepolta invece nel mare che ha il suo nome: noi ne abbiamo pietà per il deplorevole trattamento che le ha inflitto la matrigna. Posidone: Questo, o Anfitrite, non è lecito, né d’altra parte è bello che ella giaccia lì sotto la sabbia. Sarà sepolta, come ho detto, nella Troade o nel Chersoneso; e per lei sarà non piccola consolazione che fra non molto anche Ino subisca la stessa sorte, inseguita da Atamante, si getti nei flutti col figlio fra le braccia dell’alto del Citerone, là dove scende a picco sul mare. Però bisognerà salvarla per far piacere a Dioniso, perché Ino è stata la sua nutrice e balia.

2. “Anfitrite: Non si dovrebbe, malvagia com’è. Posidone: Ma non è opportuno, o Anfitrite, dispiacerà a Dioniso, (…)”.