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I sec. d.C.

IGINO, Favole, 171-174

Testo tratto da: http://xoomer.virgilio.it/novaphilae/Favole%20Igino.htm

171, Altea

Altea, figlia di Testio, giacque nella stessa notte con Eneo e con Marte; da loro nacque Meleagro. Improvvisamente apparvero nella reggia le Parche, Cloto, Lachesi e Atropo, che preannunciarono il suo Fato con queste parole: Cloto disse che sarebbe stato ardito, Lachesi forte, Atropo vide un tizzone che stava ardendo nel focolare e disse: «Costui vivrà sinché questo tizzone non sarà consumato!» A queste parole la madre Altea balzò dal letto, spense il tizzone fatale e lo nascose nella reggia perché non fosse consunto dal fuoco.

172, Eneo

Eneo, figlio di Portaone, re di Etolia, quando celebrava il sacrificio annuale a tutti gli Dèi trascurò Diana. La Dea irata inviò un gigantesco cinghiale che devastava i campi di Calidone. Allora Meleagro, figlio di Eneo, promise di recarsi a combatterlo insieme ai guerrieri più forti di Grecia.

173, Coloro che mossero contro il cinghiale di Calidone

Castore e Polluce, figli di Giove. Eurito, figlio di Mercurio, da Sparta. Echione, figlio di Mercurio, da Tebe. Esculapio, figlio di Apollo. Giasone, figlio di Esone, da Tebe. Alconte, figlio di Marte, dalla Tracia. Eufemo, figlio di Nettuno. Iolao, figlio di Ificle. Linceo e Ida, figli di Mareo. Peleo, figlio di Eaco. Telamone, figlio di Eaco. Admeto, figlio di Fere. Laerte, figlio di Arcesio. Deucalione, figlio di Minosse. Teseo, figlio di Egeo. Plessippo, Ideo, Linceo, figli di Testio e fratelli di Altea. Ippotoo, figlio di Cercione. Ceneo, figlio di Elato. Mopso, figlio di Ampico. Ippaso, figlio di Eurito. Anceo, figlio di Licurgo. Fenice, figlio di Amintore. Driante, figlio di Giapeto. Enesimo, Alconte, Leucippo, Ippocoonte, da Amicla. Atalanta, figlia di Scheneo.

173 A, Le città che inviarono aiuti a Eneo

Tenerlo, Iolco, Sparta, Pleurone, Messene, Perrebia, Ftia, Magnesia, Salamina, Calidone, Tessaglia, Ecalia, Itaca, Tegea, Creta, Dolopia, Atene e Arcadia.

174, Meleagro

Altea, figlia di Testio, partorì Meleagro da Eneo; si dice che allora nella reggia sia apparso un tizzone ardente. Giunsero colà le Parche e predissero il Fato di Meleagro: sarebbe vissuto fintantoché il tizzone fosse rimasto intatto. Altea lo chiuse allora in un cofano e lo serbò con cura. Nel frattempo Diana, adirata con Eneo perché non le aveva offerto i sacrifici annuali, mandò un cinghiale di enormi dimensioni a devastare i campi di Calidone. Meleagro lo uccise insieme ad altri scelti giovani greci e donò la pelle dell’animale alla vergine Atalanta, per la sua virtù. I fratelli di Altea, Ideo, Plessippo e Linceo, vollero sottrargliela, al che la giovane chiese aiuto a Meleagro, che intervenne e, anteponendo l’amore ai legami familiari, uccise gli zii. Quando la madre Altea venne a sapere che suo figlio aveva commesso un così empio delitto, memore del monito delle Parche, trasse il tizzone dal cofano e lo gettò nel fuoco; e così, per vendicare i propri fratelli, uccise suo figlio. Ma per volere divino tutte le sue sorelle, tranne Gorge e Deianira, per il loro gran piangere furono trasformate in uccelli, detti Meleagridi; e la moglie di lui, Alcione, morì di dolore per il suo lutto.