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I sec. d.C.

APOLLODORO, Biblioteca, libri I, 8, 1-3; I, 9, 16; II, 6, I

Traduzione da: Apollodoro, Biblioteca, a cura di Scarpi P., traduzione di Ciani M. G., Fondazione L. Valla, Mondadori, Milano 1997, pp. 39-43, 61-63, 155

I, 8, 1-3

1 - Oineo, re di Calidone, per primo ricevette da Dionisio la pianta della vite. Sposò Altea figlia di Testio e ne ebbe Tosseo –che poi uccise lui stesso perché aveva oltrepassato il suo fossato- e, oltre a Tosseo, Tireo e Climeno; ed ebbe una figlia, Gorga, che andò sposa ad Andremone, e Deianira, che dicono sia nata da Altea e da Dionisio. Deianira guidava il carro e si esercitava alla guerra. Per sposarla, Eracle si batté con Acheloo.

2 - Da Oineo, Altea ebbe un figlio, Meleagro, il cui padre dicono fosse Ares. Egli aveva sette giorni –così narrano- quando vennero le Moire e predissero che sarebbe morto se si fosse consumato il tizzone che ardeva sull’altare. Udite queste parole, Altea prese il tizzone e lo ripose in una cassapanca. Divenuto uomo di rango e invulnerabile, Meleagro morì in questo modo. Oineo, nell’offrire a tutti gli dei le primizie dei prodotti che ogni anno venivano raccolti nella sua terra, si scordò della sola Artemide. Adirato, la dea inviò un cinghiale di eccezionale forza e grandezza, che impediva di coltivare la terra e uccideva uomini e animali. Contro questo cinghiale Oineo chiamò a raccolta i guerrieri più valorosi di tutta l’Ellade e annunciò che avrebbe dato come premio la pelle della fiera a colui che l’avesse uccisa. Per questa caccia al cinghiale si radunarono: da Calidone Meleagro figlio di Oineo e Driante figlio di Ares; dalla Messenia Ida e Linceo figli di Afareo; da Lacedemone Castore e Polluce figli di Zeus e di Leda; da Atene Teseo figlio di Egeo; da Fere Admeto figlio di Fere; dall’Arcadia Anceo e Cefeo figli di Licurgo; da Iolco Giasone figlio di Esone; da Tebe Ificle figlio di Anfitrione; da Larissa Piritoo figlio di Issione; da Ftia Peleo figlio di Eaco; da Salamina Telamone figlio di Eaco; da Ftia Eurizione figlio di Attore; dall’Arcadia Atalanta figlia diScoineo; da Argo Anfiarao figlia di Oicle; e con loro vi erano anche i figli di Testio. Quando si furono radunati, Oineo li ospitò per nove giorni. Il decimo giorno, Cefeo, Anceo e alcuni altri si rifiutavano di andare a caccia insieme a una donna; Meleagro, che aveva sposato Cleopatra figlia di Ida e Marpessa, ma voleva avere un figlio anche da Atalanta, li costrinse ad andare a caccia insieme con lei. Circondarono il cinghiale: Ileo e Anceo furono uccisi dalla fiera, Peleo col giavellotto colpì Eurizione senza volerlo. Atalanta fu la prima a colpire in un occhio e Meleagro lo colpì al fianco e lo uccise; ebbe quindi la pelle di cui fece dono ad Atalanta. Ma i figli di Testio, ritenendo indegno che una donna ricevesse il premio davanti a degli uomini, le tolsero la pelle del cinghiale dicendo che, se Meleagro non la voleva per sé, essa spettava a loro, per diritto di nascita.

3 - Furibondo, Meleagro uccise i figli di Testio e diede la pelle ad Atalanta. Allora Altea, addolorata per la morte dei fratelli, fece consumare un tizzone. Meleagro morì all’istante. Alcuni dicono che Meleagro non morì in questo modo. Poiché i figli di Testio sostenevano che era stato Ificlo a colpire per primo, scoppiò una guerra fra Curati e Calidoni; Meleagro fece una sortita e uccise alcuni dei figli di Testio; Altea lo maledisse; lui, irato, si chiuse in casa. E già i nemici erano sotto alle mura e i suoi concittadini lo supplicavano perché li aiutasse; persuaso a fatica dalla moglie, uscì, uccise i superstiti figli di Testio e morì lui stesso in battaglia. Dopo la morte di Meleagro Altea e Cleopatra si impiccarono, mentre le donne che piangevano il morto furono trasformate in uccelli.

 

I,9,16

Da Esone figlio d Creto e da Polimede figlia di Autolico nacque Giasone. Giasone viveva a Iolco dove, dopo Creteo, regnava Pelia. Pelia consultò l’oracolo a proposito del suo regno e il dio gli rispose di guardarsi dall’uomo mono sandalo. Da principio Pelia non capiva il responso, ma più tardi lo comprese. Stava facendo sacrifici a Poseidone, sulla riva del mare, e aveva invitato molte persone a prendervi parte, fra gli altri anche Giasone. Giasone amava l’agricoltura e viveva in compagnia; si affrettò a recarsi al sacrificio; nell’attraversare il fiume Amavro, perdette un sandalo nell’acqua: uscì quindi dal fiume con un sandalo solo. Pelia, quando lo vide, comprese il responso dell’oracolo; gli andò vicino e gli chiese che cosa avrebbe fatto, avendone la possibilità, se un oracolo gli avesse predetto che sarebbe stato ucciso da uno dei suoi concittadini. E allora Giasone, sia per qualche altra ragione, sia a causa del rancore di Era –Pelia infatti non onorava la dea che voleva far giungere Medea per la sua rovina- rispose: “Gli ordinerai di portarmi il vello d’oro”. Udito questo Pelia gli ordinò subito di andare a prendere il vello che si trovava in Colchide, appeso a una quercia nel bosco sacro di Ares, ed era sorvegliato da un serpente che non dormiva mai. Giasone fu mandato a prendere il vello. Fece venire Argo figlio di Frisso, e costui, con l’aiuto di Atena, fabbricò una nave a cinquanta remi che, dal nome di colui che l’aveva costruita, fu chiamata Argo. Atena collocò sulla prora un pezzo della quercia di Dodona, dotato di parola. Quando la nave fu pronta, Giasone interrogò l’oracolo, e il dio gli ordinò di partire dopo aver radunato gli uomini più valorosi dell’Ellade. Ecco chi erano coloro che si radunarono: Titi figlio di Agnate, che era il pilota, Orfeo figlio di Eagro, Zete e Calais figli di Borea, Castore e Polideuce figli di Zeus, Telamone e Peleo figli di Eaco, Eracle figlio di Zeus, Teseo figlio di Egeo, Ida e Linceo figli di Afareo, Anfiarao figlio di Oicle, † Ceneo figlio di Corono, Palemone figlio di Efesto e di Etolo, Cefeo figlio di Aleo, Laerte figlio di Arcisio, Autolico figlio di Ermes, Atalanta figlia di Scorneo, Menezio figlio di Attore, Attore figlio di Ippaso, Admeto figlio di Fere, Acasta figlio di Pelia, Eurito figlio di Ermes, Meleagro figlio di Oineo, Anceo figlio di Licurgo, Eufamo figlio di Poseidone, Peante figlio di Taumaco, Bute figlio di Telone, Fano e Stafilo figli di Dionisio, Ergino figlio di Poseidone, Periclimeno figlio di Meleo, Augea figlio di Elio, Ificlo figlio di Testio, Argo figlio di Frisso, Eurialo figlio di Mecisteo, Peneleo figlio di Ippalmo; Leito figlio di Alettore, Ifito figlio di Naubolo, Ascalafo e Ialmeno figli di Ares, Asterio figlio di Comete, Poliremo figlio di Elato.

 

II, 6, I

Dopo queste imprese, Eracle tornò a Tebe e diede Meara in sposa a Iolao. Anche lui desiderava sposarsi. Venne a sapere che Eurito, re di Ecalia, aveva posto in palio come premio per le nozze con sua figlia Iole a chi avesse vinto nel tiro con l’arco lui e i suoi figli. Eracle si recò a Ecalia e li vinse nella gara; ma non poté sposare Iole; Ifito, il maggiore dei figli di Eurito, era del parere di concedere la fanciulla a Eracle, ma Eurito e gli altri si opponevano, dicendo di temere che Eracle, qualora avesse avuto dei figli, li uccidesse, come già aveva fatto.