19: Perseo e Medusa

Titolo dell’opera: Perseo

Autore: BenvenutoCellini

Datazione: 1545-1554

Collocazione: Firenze, Loggia dei Lanzi

Committenza: Cosimo I dei Medici

Tipologia: gruppo scultoreo in bronzo

Tecnica: a cera persa (h. 3,20 m; 5,19 m con piedistallo)

Soggetto principale: Perseo vittorioso solleva la testa di Medusa

Soggetto secondario: 

Personaggi: Perseo, Medusa

Attributi: calzari alati, elmo alato, falcetto, testa di Medusa (Perseo), capo cinto da serpenti (Medusa)

Contesto:

Precedenti: bozzetto in cera gialla, 1545, Firenze, Museo Nazionale del Bargello; bozzetto in bronzo, Firenze, Museo Nazionale del Bargello

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Supino, L’arte di Benvenuto Cellini, Firenze 1901; Focillon H., Benvenuto Cellini, Parigi 1911; Castelfranco Giorgio, Il Perseo da vicino, in “Emporium” 1937; Camesasca E., Tutta l’opera del Cellini, Rizzoli, Milano, 1955; Somigli G., Notizie storiche sulla fusione del Perseo, Associazione Italiana Metallurgia, Milano 1958; J. Pope-Hennessy, Il Cinquecento e il Barocco, Feltrinelli, Milano,1966; Venturi A., “La scultura del Cinquecento”, Nendeln 1967;Brandi C., Cellini scultore, in “Atti dell’Accademia dei Lincei” n.177, 1972; Bearzi B., Benvenuto Cellini ed il Perseo, in “Atti dell’Accademia dei Lincei” n.177, 1972; Barbaglia S. (a cura di), L’opera completa di Benvenuto Cellini, Rizzoli Milano 1981; Camesasca E., Il Perseo da chamera, Libri e Documenti XI, 1985; Paolucci A., Cellini, in “Art e dossier”, 158, luglio-agosto 2000

Annotazioni redazionali: L'opera fu collocata nella Loggia dei Lanzi nel 1554, dopo nove lunghi anni di lavorazione. La fusione del “Perseo” fu molto tormentata ed è raccontata in termini “epici” dall'artista stesso nell’autobiografia. Appena tornato a Firenze dalla Francia, dove aveva soggiornato al servizio del re Francesco I, nel 1545 Benvenuto ricevette dal duca Cosimo I la commissione dell'opera. Il lavoro incontrò subito mille difficoltà dovute alla burocrazia medicea e alla parsimonia del duca, che lesinava sui pagamenti. Nel 1548 solo il corpo decapitato della Medusa era stato gettato, mentre nel 1549 iniziò la realizzazione del basamento marmoreo ornato dal rilievo bronzeo con la Liberazione di Andromeda e da quattro statuette in bronzo raffiguranti divinità legate al mito (Mercurio, Minerva, Giove e Danae – Cfr. scheda opera relativa). La scultura, fatta eccezione di alcuni particolari, fu fusa in un solo getto, anziché a pezzi per essere successivamente assemblata. Per il duca Cosimo che da lì ad un anno (1555) avrebbe preso Siena e unificato la Toscana, l’inaugurazione del Perseo fu un successo anche politico: la bellezza del semidio, che, decapitando Medusa, riportava sulla Terra l’ordine e la giustizia, doveva valere come monito e come presagio per i nemici della dinastia. L’opera è preceduta da due bozzetti, uno in cera (Cfr. scheda opera 17) e l’altro in bronzo (Cfr. scheda opera 18), con significative differenze formali, considerati da quasi tutti i critici notevolmente superiori rispetto al risultato finale. In particolare, Adolfo Venturi muove un’aspra critica al Perseo, osservando che il manierismo avrebbe cancellato sia l’originalità e la semplicità del bozzetto in cera, sia l’impeto di quello in bronzo. Egli comunque vede l’eroe come trasfigurato in un attore che si mostra al pubblico fiorentino davanti alla Loggia dei Lanzi. La statua è posta su una base rettangolare costituita da un cuscino, che il Cellini ha ripreso dal gruppo di Giuditta e Oloferne di Donatello. Indagini tecniche condotte da Bruno Bearzi hanno rilevato difetti di fusione nel bronzo di Perseo assenti invece in quello della Medusa. Le leghe, infatti, differiscono nelle percentuali dei metalli costituenti: 90% rame e 10% stagno nel caso della Gorgone; 95.5% rame, 2.5% stagno, 1% piombo, 1% zinco in quello di Perseo. Questo perché Cellini, essendosi trovato in difficoltà durante la fusione, avrebbe buttato nella fornace “...i mia piatti e scodelle e tondi di stagno, i quali erano in circa a dugento…” ( Vita, II, 77). La spada attualmente nella mano di Perseo non è quella originale ma una copia in bronzo, realizzata da Bearzi nel 1947, in sostituzione di quella in ferro molto corrosa, oggi alla Galleria degli Uffizi. Il collegamento tra la figura di Perseo e quella di Medusa è stato realizzato mediante una colata di bronzo, chiamata “rigetto”. Anche le ali sono attaccate allo stesso modo. Il collegamento dei fiotti di sangue, sul collo e sul corpo della Medusa, è ottenuto mediante perni.

Valentina Granati

Dario Iacolina