19: Giove e Danae

Titolo dell’opera:

Autore:

Datazione: 1490 ca.

Collocazione: Franciscus de Retza, Defensorium Inviolatae Virginitatis Marie, Basilea 1490, fol. 12r

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia

Soggetto principale: Giove e Danae

Soggetto secondario:

Personaggi: Danae, Giove

Attributi: torre (Danae); sole (Giove)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Millner Kahr M., Danaë: virtuous, voluptuous, venal woman, in “Art Bulletin”, 60, 1978, p. 44; Sluijter E.J., Emulating sensual beauty: representations of Danaë from Gossaert to Rembrandt, in “Simiolus”, 27, 1999, p. 5

Annotazioni redazionali: La xilografia illustra la prima edizione del testo del monaco Franciscus de Retza, intitolato Defensorium Inviolatae Virginitatis Marie, pubblicato a Basilea nel 1490. L’immagine raffigura Danae all’interno di una torre, affacciata ad una finestra, con il volto rivolto verso il sole i cui raggi arrivano fino al viso della donna, alludendo così all’incontro miracoloso con Giove. Tale rappresentazione si inserisce all’interno di quel processo di cristianizzazione dei miti pagani, già espresso nell’Ovide moralisé (Danfm05), per il quale Danae è simbolo di Pudicitia e Castità ed è assimilata alla Vergine Maria. Ciò è ancora più evidente se si legge il commento del monaco su Danae: “Si Danae auri pluvia pregnans a Jove claret, cur Spiritu Sancto gravida Virgo non generarete?”. Dal punto di vista iconografico, inoltre, Danae presenta le braccia incrociate sul petto in una posa che richiama volutamente la Vergine Maria nelle scene di Annunciazione. Giove infine è presentato non secondo il suo tradizionale attributo relativo al suo amore con la figlia di Acrisio, la pioggia d’oro, bensì attraverso una variante meno frequente, un fascio di luce, che verrà ripresa, tra gli altri, da Rembrandt (Cfr. scheda opera 41).

Silvia Trisciuzzi