02: Giacinto e Apollo

Titolo dell'opera: Giacinto sul cigno di Apollo

Autore: Pittore d’Akestorides

Datazione: 480-470 a.C.

Collocazione: Bale, Coll. privata

Committenza:

Tipologia: coppa attica

Tecnica: pittura a figure rosse

Soggetto principale: Giacinto

Soggetto secondario:

Personaggi: Giacinto

Attributi: cigno, stelo floreale a volute (Giacinto)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:   

Bibliografia: Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zurigo-Monaco 1990, V, 1, p. 547, 10  

Annotazioni redazionali: L’artista ha qui raffigurato un giovane uomo nudo a cavallo di un cigno: poiché mancano tutti quelli che sono gli attributi tradizionali di Apollo, anche se il cigno è un animale che solitamente viene posto in relazione con tale divinità, non sembra si tratti del dio. Tenendo conto del fatto che il giovane che si solleva verso il cielo sul cigno tiene nella mano sinistra lo stelo di un fiore a volute, è stato ipotizzato che sia qui rappresentato Giacinto. Si tratta di una figura di origine pre-dorica, considerata l’etimologia del suo nome legata a quello di un fiore, e anche per il fatto che dalle fonti viene detto figlio di Amycla, eponimo dorico, fondatore della città di Amicle. In questa città, infatti, verso il 530 a.C. venne innalzato un importante monumento, un trono in onore di Apollo, che al suo interno doveva custodire la tomba di Giacinto, raffigurato anche sul fregio alla base del trono mentre veniva trasportato in cielo, in apoteosi, come racconta Pausania (Descrizione della Grecia, III, 19, 3-4). Pertanto doveva essersi formata una tradizione orale riguardo la sorte del giovane figlio di Amycla, di cui si era innamorato Apollo, ed al quale il dio aveva concesso di salire fino al cielo, con la cui vicenda si spiegava anche il nome di un fiore. Il primo autore in cui si riscontrano tracce di questa tradizione è Filostrato il Giovane (Immagini, 14), il quale racconta che Apollo concesse a Giacinto, di cui si era innamorato, di montare sul suo carro guidato da cigni per attraversare tutte le terre a lui care. La nostra pittura, pertanto, sembra derivata da tale tradizione, giacché si può riconoscere Giacinto sul cigno che si solleva da terra tenendo un fiore in mano, forse proprio il giacinto, quasi si trattasse dell’apoteosi del giovane in seguito alla prematura morte. 

Elisa Saviani