03: Driope

ICONOS - scheda opera 03

 

Titolo dell'opera: Driope in arboris formam transmigrat

Autore: Antonio Tempesta

Datazione: 1606

Collocazione: Londra, British Museum

Committenza:

Tipologia: stampa

Tecnica: incisione su rame, 97x115 cm

Soggetto principale: Driope

Soggetto secondario:

Personaggi: Driope, Anfisso, Lotide in forma di albero

Attributi: fronde sulla testa (Driope); gocce di sangue dal ramo spezzato (Lotide in forma d’albero)

Contesto: riva di un lago

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: The Illustrated Bartsh 36, Abaris Books, New York 1983, p. 53, fig. 724 (151)  

Bibliografia: A. Bartsch, Le peintre graveur, Wurzburg 1920, XVII, p. 85

Annotazioni redazionali: Incisione tratta dalle Metamorphoseon sive transformationum ovidianarum libri quindecim, aeneis formis ab Antonio Tempesta florentino incisi […], stampate ad Antwerpen nel 1606, presso Petro de Jode. Si tratta della raffigurazione della fase conclusiva del mito di Driope, narrato da Ovidio nelle Metamorfosi (IX, 329-393). Dalla fonte ovidiana apprendiamo che Driope, figlia del re d’Ecàlia, un tempo amata da Apollo ed in seguito sposatasi con Andremone, si recava spesso presso un lago per offrire delle ghirlande alle ninfe, portando con sé il figlioletto Anfisso, avuto da Apollo, ma riconosciuto da Andremone come suo. Sembra che un giorno Driope decidesse di cogliere dei fiori da una pianta di loto per far divertire il bambino, e dalla pianta cominciasse a fuoriuscire del sangue, come si nota nella raffigurazione del Tempesta. Nell’incisione, infatti, dal tronco, dalle evidenti forme femminili, esce del sangue: dal racconto ovidiano apprendiamo come dietro tali forme si celasse la ninfa Lotide, che per sfuggire alle voglie di Priapo, aveva assunto quell’aspetto. Driope, pertanto, pur non conoscendo la vicenda della ninfa, aveva profanato un albero sacro, e per questo sembra fosse condannata lei stessa ad assumere l’aspetto de loto, come notiamo anche nell’incisione, dove il figlioletto Anfisso sembra rivolgersi verso di lei, come a chiederle spiegazioni per ciò che sta accadendo. La caratteristica principale che contraddistingue l’opera del Tempesta dalle altre illustrazioni del mito nelle edizioni cinquecentesche delle Metamorfosi, è che non vi sono qui personaggi di contorno alla trasformazione di Driope, eccetto il figlioletto, mentre nelle precedenti incisioni comparivano, sia la sorellastra Iole, che nel testo ovidiano racconta la storia di Driope, che il marito Andremone e il padre Eurito, spaventati e addolorati per il prodigio della metamorfosi.

 

                                                                               Elisa Saviani