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I sec. d.C.

IGINO, Fabulae, 189

Traduzione tratta da: Igino, Miti, a cura di Guidorizzi G., Adelphi, Milano 2000, pp. 125-126

189. Procri

Procri, figlia di Pandione, divenne sposa di Cefalo, figlio di Deioneo. Essi si amavano scambievolmente, perciò promisero di non giacere mai con nessun altro. Un giorno Cefalo, appassionato cacciatore, andò assai per tempo a cacciare sul monte. Aurora, sposa di Titono, s’innamorò di lui e gli propose di giacere con lei, ma Cefalo rifiutò perchè lo aveva promesso a Procri. Allora Aurora disse:“Non voglio che tu rompa la promessa se prima non l’ha rotta lei”, e subito lo trasformò in uno straniero e gli diede splendidi doni da portare a Procri. Cefalo dunque si recò da lei sotto un sembiante diverso, le offrì quei doni e giacque con lei. Allora Aurora gli restituì le sue sembianze; Procri comprese d’essere stata ingannata da Aurora e fuggì a Creta dove Diana stava cacciando. Quando Diana la vede esclama: “Con me cacciano solo le vergini. Tu non sei vergine: esci dal mio seguito”. Allora Procri le narra i suoi casi e l’inganno subito da Aurora. Diana , impietosita, le dona una lancia che nessuno avrebbe potuto evitare e il cane Lailape cui nessun animale poteva sfuggire, e la invita a sfidare Cefalo nella caccia. Lei, seguendo le istruzioni di Diana, recisi i capelli, raggiunge Cefalo travestita da giovinetto, e lo sfida in una gara di caccia, vincendolo. Quando Cefalo vede quali poteri avevano il cane e la lancia, chiede all’ospite, ignorando che era la sua sposa, di vendergli cane e lancia. Ella rifiuta; lui arriva persino ad offrirle una parte del suo regno, ma ella continua a rifiutare. “Ma” dice “se insisti per averli, concedimi quello che sono soliti dare i ragazzi”. Lui, bruciando per il desiderio della lancia e del cane, promise che si sarebbe concesso, ma quando giungono sul letto, Procri si sfila la veste e rivela di essere una donna e anzi la sua sposa. Allora Cefalo riceve i dono e si riappacifica con lei. Nondimeno, gelosa di Aurora, sul fare del giorno lo segue alla caccia per spiarlo e si nasconde tra gli arbusti. Quando Cefalo vede un movimento tra la macchia, scaglia la lancia che nessuno può evitare e uccide la sposa. Con lei Cefalo ebbe Arcesio, dal quale nacque Laerte, padre di Ulisse.