
Titolo dell'opera: Pasifae entra nella mucca costruita da Dedalo
Autore: eseguito da assistente (Rinaldo?) su disegno di Giulio Romano
Datazione: 1528
Collocazione: Mantova, Palazzo del Te, sala di Psiche, parete est
Committenza: Federico II Gonzaga
Tipologia: dipinto murale
Tecnica: affresco
Soggetto principale: Pasifae entra nella vacca
Soggetto secondario:
Personaggi: Pasifae, Dedalo
Attributi: martello (Dedalo)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://www.kzu.ch/fach/as/gallerie/rare/romano/pasiphae.htm
Bibliografia: Hartt F., Giulio Romano, New Haven 1958, vol. I, pp. 126-140; Verheyen E., The Palazzo del Te in Mantua, Londra 1977; Carpeggiani P.- Tellini Perina C., Giulio Romano a Mantova, Mantova 1987, pp. 75-84; The Oxford guide to classical mythology in the arts 1500–1990, University Press, Oxford 1993, p. 842; Belluzzi A., Palazzo Te a Mantova, Modena 1998; De Romanis A., Mantova – Palazzo Te, Mantova – Palazzo Te, Sala di Amore e Psiche, in L’arte delle Metamorfosi, Decorazioni mitologiche del Cinquecento, a cura di Cieri Via C., Lithos, Roma 2003, pp. 232-233, 236-237.
Annotazioni redazionali: Federico II Gonzaga affidò a Giulio Romano nel 1524 la costruzione di una villa su un’isola del Mincio, Palazzo Te; i lavori terminarono nel 1535. La Sala di Psiche è una camera di rappresentanza per personaggi di prestigio destinata a banchetti. Le notizie sui lavori della camera sono scarse, è pervenuto un unico riferimento esplicito contenuto nella lettera di Giulio Romano del 31 agosto 1528: “Si sequita la camera delli Venti e lo camerone, Rinaldo et mi” (Riportata da Belluzzi A., Palazzo Te a Mantova, Modena 1998, p. 371). Nella Sala di Psiche è presente l’episodio del mito in cui Pasifae entra nella mucca costruita da Dedalo. Sebbene la realizzazione sia stata affidata ad un assistente, il disegno da cui è tratto è opera di Giulio Romano. Le decorazioni della sala vertono sul mito di Cupido e Psiche tratto dalle Metamorfosi di Apuleio. La scena dedicata a Pasifae, insieme ad altre scene (Polifemo, il bagno di Marte e Venere, l’espulsione di Adone dalla camera di Venere, Bacco consola Arianna, Giove sottoforma di gigante abbraccia Olimpia), ha bisogno di una spiegazione per la sua presenza in questa stanza. Tutte queste scene sono rare nell’arte rinascimentale. Apuleio (X. 19-22) mette a confronto l’episodio di Pasifae con la notte che egli ha passato con una bella e giovane matrona che era innamorata di lui a causa della sua mutazione in asino. Oltretutto la vacca di Pasifae era stata già rappresentata dalla scuola di Raffaello negli affreschi di Villa Madama a Roma. In questo modo la sua presenza qui può essere letta come un’amplificazione della storia di Cupido e Psiche. Sono varie le interpretazioni dell’intero ciclo decorativo. F. Hartt, rifacendosi al commento del Beroaldo alle Metamorfosi di Apuleio, propone un’interpretazione neoplatonica. Desiderio e Anima chiedono la liberazione del mondo animale, qui rappresentato dagli amori degli uomini e degli dei. Verheyen respinge questa interpretazione, piuttosto legge tutta la decorazione attraverso una chiave erotica; la stanza rappresenterebbe il tempio dell’Amore. Verheyen (1977) nota come Bacco e Arianna nella parete nord e Olimpia e Pasifae nella parete est con Apollo che era presente nella parete sud sopra l’entrata alla Sala dei Venti, abbiano una connessione l’uno con l’altro. Arianna è la figlia di Pasifae e Minosse, Pasifae è la figlia di Apollo e Perseis, Apollo è il figlio di Giove e Leto. Questi hanno un elemento in comune, la celebrazione delle relazioni extraconiugali. Pasifae preferisce un toro al marito; questa scena è da considerare come la rappresentazione di un adulterio. Anche Olimpia preferisce Giove al marito Filippo. Queste rappresentazioni di adulteri possono far pensare all’amore di Federico Gonzaga per la già sposata Isabella Boschetti. È presente nella sala l’emblema della salamandra, col motto “quod huic deest me torquet”, in riferimento alla passione sessuale che manca alla salamandra ma tormenta Federico. In tutta la sala si narra di amori contrastati, clandestini, tragici, non corrisposti. Il mondo orgiastico rappresentato da questi amori è relegato alle pareti.
Daphne Piras