09: Sibilla

Titolo dell'opera: La baia di Baia con Apollo e la Sibilla Cumana

Autore: Joseph Mallord William Turner

Datazione: 1823 circa

Collocazione: Londra, Tate Gallery

Committenza:  

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela, 145,5x239 cm

Soggetto principale: *

Soggetto secondario:

Personaggi: Apollo, Sibilla Cumana

Attributi:

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: M. Butlin-E. Joll, The paintings of J. M. W. Turner, New Haven-Londra 1977, tav. 218

Bibliografia: M. Butlin-E. Joll, The paintings of J. M. Turner, New Haven-Londra 1977, I, pp. 125-126;A. Wilton, The life and work of J. M. Turner, Losanna 1979, pp. 149-150; L’ opera completa di Turner 1793-1829, apparati critici a cura di G. Verchi, Milano 1982, p.108; J. Davidson Reid-C. Rohmann, The Oxford Guide to Classical Mythology in the Arts, 1300-1990, New York-Oxford 1993, I, p. 181

Annotazioni redazionali: Evidente è il legame con le Metamorfosi di Ovidio come venne sottolineato da Ruskin stesso, che nel 1857 descrisse il dipinto: dell’episodio descritto in Ovidio il pittore scelse di raffigurare il tradizionale momento dell’incontro tra la Sibilla Cumana e Apollo, di lei innamorato, che promette di esaudire ogni suo desiderio, nella speranza di conquistarla. Interessante è il fatto che il pittore abbia scelto di collocare la scena mitologica non in un paesaggio fittizio, bensì nel golfo di Baia. Si riconosce sulla pietra in basso, a sinistra, l’iscrizione “Liquidae placuere Baiae”  dall’Ode a Calliope di Orazio, che vuole alludere ai piaceri goduti dal poeta in quella terra, e sembra evidenziare come, prima del suo viaggio in Italia, Turare avesse conosciuto questa terra attraverso le descrizioni dei poeti. Terra che poi Turare visitò personalmente nel 1819, e fu in tale occasione che probabilmente gettò giù degli schizzi, di cui rimangono tracce nei suoi album, e di cui si servì per riprodurre fedelmente la vista sulla baia. Naturalmente in questo paesaggio Turare risente ancora dell’influsso di Lorrain, ma, a differenza dei suoi precedenti paesaggi, il dipinto si sviluppa secondo linee curve e fluide, senza nette separazioni e contorni marcati. Alcuni critici hanno ipotizzato che vi fosse un legame di fondo fra l’episodio mitologico e il luogo, Baia. Infatti Turner scelse di collocare la scena dell’incontro fra la Sibilla e Apollo in questo paesaggio probabilmente perché si era ispirato al poema Liberty (1735) di Thomson, e al suo primo protettore Colt Hoare, per i quali Baia, già nota ai tempi dei romani per la sua libertà di costumi, era divenuta con il tempo simbolo della decadenza attraverso il libertinaggio. Così come la Sibilla era stata condannata a diventare sempre più vecchia, e la vecchiaia era vista come sinonimo di decadenza, in quanto la Sibilla aveva chiesto ad Apollo di poter vivere tanti anni quanti i grani di sabbia da lei raccolti, ma aveva dimenticato di chiedere la giovinezza eterna, allo stesso modo quel luogo era divenuto simbolo di decadenza. Sono stati messi in evidenza anche degli elementi allegorici che possono richiamare il particolare significato dato dal pittore al luogo: il coniglio bianco sembra alludere a Venere, dea dell’amore, alla quale erano dedicati i templi della città, mentre il serpente potrebbe essere un simbolo del male latente.

Elisa Saviani