07: Sibilla

Titolo dell'opera: Apollo e la Sibilla Cumana

Autore: Nicolas Bertin

Datazione: 1710 circa

Collocazione: Parigi, Collezione privata. Già nella Coll. Boguslaw Jolles; nel 1939 vendita Weinmuller a Monaco; nel 1960 nella Coll. del Dr. Breyer a Berlino; nel 1973 vendita Jan Mitchell di New York a Londra (Sotheby’s). 

Committenza:

Tipologia: disegno

Tecnica: sanguigna e matita di sanguigna, con rialzi di bianco e tracce di inchiostro bruno, su carta beige; 186x239 mm 

Soggetto principale: *

Soggetto secondario:

Personaggi: Apollo, Sibilla Cumana, putti

Attributi: faretra (Apollo), lira (Apollo), carro del Sole (Apollo), granelli di sabbia (Sibilla), rotolo di pergamena e libri sibillini (Sibilla), face accesa e rivolta verso l’alto (putto)

Contesto: bosco

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: T. Lefrancois, Nicolas Bertin 1668-1736, peintre d’ histoire, Neuilly sur Seine 1981, fig. 157

Bibliografia: T. Lefrancois, Nicolas Bertin 1668-1736, peintre d’ histoire, Neuilly sur Seine 1981, p. 184

Annotazioni redazionali: Apollo sembra appena sceso dal suo carro, a destra, in parte coperto dalle nuvole, mentre si intravedono i cavalli, è caratterizzato dai suoi inconfondibili attributi, la faretra e la lira, e si rivolge alla figura femminile seduta, di profilo. Con la presenza di un putto che tiene una face accesa e rivolta verso l’alto, l’artista ci vuole suggerire il particolare interessamento che il dio ha per questa fanciulla: Apollo infatti si era innamorato della Sibilla Cumana, e che si tratti di lei risulta evidente dalla presenza ai suoi piedi di un rotolo di pergamena e dei libri, che due amorini sembrano sfogliare con curiosità, tali testi rappresentano i libri sibillini, raccolte di oracoli. Così la figura femminile, che abbiamo identificato come la Sibilla, solleva il braccio sinistro e sembra che stringa qualcosa nel pugno della mano, mentre nello stesso tempo si rivolge ad Apollo. Ovidio nelle Metamorfosi (libro XIV, vv. 130-153) narra infatti che Apollo, proprio perché innamorato, aveva chiesto alla Sibilla di esprimere un desiderio, pensando che se l’avesse esaudito, lei gli si sarebbe concessa. Quindi nel disegno riconosciamo il momento in cui la Sibilla esprime il suo desiderio, dopo aver raccolto cioè una manciata di sabbia dal terreno, si rivolge ad Apollo e gli chiede di poter vivere tanti anni quanti sono i granelli nel suo pugno: Apollo sembra accettare il desiderio della Sibilla, ma sembra anche rivolgersi con espressione severa verso la fanciulla e suggerirle quasi di potergli concedere anche la giovinezza eterna, se solo lei decidesse di unirsi a lui. Infatti nelle Metamorfosi di Ovidio (Venezia 1561) Giovanni Andrea dell’Anguillara afferma che, dopo aver acconsentito ad esaudire il suo desiderio, Apollo prega ancora la Sibilla “Habbi pietà de’ miei noiosi affanni/ che la gratia, c’hai chiesta è breva, e nulla:/ ma quando riparar voglia a’ miei danni,/ farò, che tu vivrai sempre fanciulla…” (libro XIV, stanza 49), quindi Anguillara narra cosa gli risponde la Sibilla “Era allhor ne l’età mia più verde, e bella,/ passato il terzo lustro havea di poco;/ e mi sentia disposta, agile, e snella,/ tutta vivacità, tutta era foco:/ tal che di Febo il priego, e la favella/ sprezzai, né à l’amor suo volli dar loco./ Che l’età, dove allora io mi trovai,/ credea, che non dovesse finir mai.” (libro XIV, stanza 50). Con questo non si vuole sostenere che Bertin si sia rifatto direttamente all’edizione dell’Anguillara, ma che è più probabile che abbia risentito delle varie revisioni del testo ovidiano, piuttosto che dell’originale, dove la Sibilla racconta di aver dimenticato lei stessa di chiedere la giovinezza eterna, anche se afferma di essere consapevole che il dio le avrebbe concesso anche quella, se avesse ceduto alle sue voglie. Per quanto riguarda il disegno, la sezione di sinistra appare più completa, sia nella definizione dei particolari, l’albero sotto cui è seduta la Sibilla, le foglie, i putti, la Sibilla stessa, che nella resa dei contorni, si evidenzia invece, al centro della composizione, la cura riservata alla definizione del corpo di Apollo con un tratto continuo. Mentre la zona a destra risulta meno curata, più vicina allo stato di abbozzo.   

Elisa Saviani