06: Sibilla

Titolo dell'opera: Apollo e la Sibilla di Glauco

Autore: Louis II de Boullogne

Datazione: 1688 circa

Collocazione: Versailles, Museo Nazionale del Castello. Già nel Trianon dove è menzionata nel 1741; nel 1760 si trovava nei magazzini dell’Hotel de la Surintendance, dove viene ancora ricordata nel 1784; nel 1919 nel Museo del Castello di Fontainebleau.

Committenza: Luigi XIV, re di Francia

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela (ovale), 110x90 cm

Soggetto principale: *

Soggetto secondario:

Personaggi: Apollo, Sibilla Cumana

Attributi: corona di alloro (Apollo), lira (Apollo), granelli di sabbia nella mano (Sibilla)

Contesto: riva del mare

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: Musee National du Chateau de Versailles. Le peintures, I, a cura di C. Constans, Parigi 1995, p. 118, fig. 659

Bibliografia: A. Caix de Saint-Aymour, Les Boullogne, Parigi 1919, p. 258;A. Pigler, Barockthemen, Budapest 1956, II p. 38; J. Davidson Reid-C. Rohmann, The Oxford Guide to Classical Mythology in the Arts, 1300-1990, New York-Oxford 1993, I, p. 181; Musee National du Chateau de Versailles. Le peintures, I, a cura di C. Constans, Parigi        1995, p. 118

Annotazioni redazionali: Si tratta del dipinto ovale che doveva essere collocato come sovrapporta in una delle sale del Trianon di Versailles, di cui esiste un disegno preparatorio, conservato al Museo del Louvre, che sembra essere stato perfettamente rispettato dall’artista. Ritroviamo infatti il soggetto tratto dalle Metamorfosi di Ovidio (XIV, 116-153), con la Sibilla Cumana seduta su di uno scoglio in riva al mare, nei pressi probabilmente del golfo di Baia, che tiene nella mano destra un mucchietto di sabbia, appena raccolto, ed indicandolo si rivolge ad Apollo, in piedi, caratterizzato dalla corona di alloro e dalla lira. Ovidio narra infatti come Apollo, innamorato della Sibilla, avesse chiesto a questa di esprimere qualsiasi desiderio, in quanto lui avrebbe esaudito ogni sua richiesta per dimostrarle il suo amore. La Sibilla aveva allora raccolto il mucchietto di sabbia e aveva chiesto al dio di poter vivere tanti anni quanti erano i granelli nella sua mano, dimenticando tuttavia di chiedere che fossero anni di giovinezza. Nelle Metamorfosi a questo punto Apollo acconsentiva ad esaudire il desiderio della Sibilla, questa rifiutava comunque di unirsi a lui, ma in cambio otteneva ciò che aveva chiesto: mille dovevano essere infatti i granelli di sabbia nel suo pugno, e la Sibilla visse per mille anni, ma invecchiando sempre di più, sino a rimanere solamente voce. Si può notare inoltre come nel dipinto di Boullogne Apollo sembri quasi ammonire la Sibilla, tuttavia questo particolare non trova rispondenza nel testo ovidiano. Possiamo allora ipotizzare che l’artista avesse conosciuto il mito non direttamente attraverso l’originale, quanto piuttosto attraverso una traduzione, ed in particolare una traduzione del tipo di quella di Giovanni Andrea dell’Anguillara (Le Metamorfosi di Ovidio, Venezia 1563, XIV, f. 238). In quanto proprio in tale traduzione Apollo, resosi conto del fatto che il desiderio della Sibilla era incompleto, le aveva ricordato di come avrebbe potuto chiedergli anche la giovinezza eterna, lui avrebbe acconsentito a concederle anche quella, a patto che lei cedesse ai suoi desideri. Tuttavia, ci dice Anguillara, la Sibilla credendo che l’età in cui si trovava allora sarebbe durata per sempre, aveva rifiutato di modificare il suo desiderio e quindi di unirsi al dio, pertanto, come nell’originale ovidiano, anche in questo caso la Sibilla con l’andare del tempo aveva cominciato ad invecchiare, sino a che di lei non era rimasta che la sola voce. Così il gesto che Apollo sembra fare verso la Sibilla, nel dipinto, potrebbe voler dire che la fanciulla deve ben valutare ciò che sta chiedendo, perché una lunga vita, senza la giovinezza non sarebbe stato nulla.

Elisa Saviani