05: Sibilla

Titolo dell'opera: Apollo e la Sibilla Cumana

Autore: Louis II de Boullogne

Datazione: 1688 circa

Collocazione: Parigi, Museo del Louvre

Committenza:

Tipologia: disegno

Tecnica: matita nera con rialzi di bianco, su carta verdastra; 280x224 mm

Soggetto principale: *

Soggetto secondario:

Personaggi: Apollo, Sibilla Cumana

Attributi: corona di alloro (Apollo), lira (Apollo), granelli di sabbia nella mano (Sibilla)

Contesto: riva del mare

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: J. Guiffrey-P. Marcel, Inventaire general illustrè des dessins du Musee du Louvre et du Musee de Versailles, II, Parigi 1908, p.73 (n. 1469)

Bibliografia: J. Guffrey-P. Marcel, Inventire general illustrè des dessins du Musee du Louvre et du Musee de Versailles, II, Parigi 1908, p. 72 (n. 1469);A. Pigler, Barockthemen, Budapest 1956, II, p. 38; J. Davidson Reid-C. Rohmann, The Oxford Guide to Classical Mythology in the Arts, 1300-1990, New York-Oxford 1993, I, p. 181

Annotazioni redazionali: Si tratta di un disegno preparatorio di un dipinto ovale che doveva essere collocato come sovrapporta in una delle sale del Trianon di Versailles, che oggi si trova nel Museo del Castello di Versailles. Boullogne evidentemente si rifà alle Metamorfosi di Ovidio, dove nel XIV libro (vv. 130-153) la Sibilla raccontava personalmente ad Enea, che da lei si era recato per poter discendere nell’Averno, la sua sventura. In modo particolare la Sibilla ricordava la ragione per cui era vissuta per così tanti secoli, ma diventando col il tempo sempre più vecchia, tanto che un giorno di lei non sarebbe rimasta che la sola voce: Apollo infatti innamoratosi di lei, le aveva promesso di esaudire qualsiasi suo desiderio, era stato così che la Sibilla aveva chiesto di poter  vivere tanti anni quanti i granelli di sabbia che aveva raccolto da terra, ma aveva dimenticato di chiedere anche la giovinezza eterna, per questo motivo era destinata ad invecchiare sempre di più. Nel disegno il pittore raffigura il momento in cui la bella e giovane Sibilla seduta su di uno scoglio, sulla riva cumana, tende la mani verso Apollo, chiedendogli di poter vivere tanti anni quanti i granelli di sabbia, che ha appena raccolto. Apollo è in piedi, alle sue spalle il mare, il dio è caratterizzato dalla lira, che tiene con la destra, ma non è immobile, sembra piuttosto rivolgersi alla Sibilla, che sorride piena di speranza, con un’espressione severa. Probabilmente infatti, come in altre opere con questo soggetto, l’artista si è riallacciato ad una delle traduzioni delle Metamorfosi, dove, come in quella italiana in ottava rima di Giovanni Andrea dell’Anguillara (Le Metamorfosi di Ovidio, Venezia 1563, XIV, f. 238), si affermava che Apollo stesso, dopo che la Sibilla aveva espresso il suo desiderio, le aveva ricordato che perché questo fosse perfetto avrebbe dovuto chiedere anche la giovinezza eterna. Il dio avrebbe acconsentito a concedere alla Sibilla anche questo ulteriore dono, a condizione però che questa accettasse di soddisfare i suoi desideri. Tuttavia dal momento che la Sibilla era allora nel fiore degli anni, e si illudeva che quella condizione potesse durare in eterno, orgogliosa questa si era negata al dio. Forse da tale versione dell’episodio potrebbe dipendere appunto il gesticolare di Apollo verso la Sibilla, nel disegno di Boullogne. Si tratta di una composizione che rientra nella produzione accademica francese di quegli anni, con una chiara volontà di recupero di modelli classici.

Elisa Saviani