Titolo dell’opera: Polifemo e Galatea
Autore: Agostino Tassi Buonamici (1566-1644)
Datazione: 1617-1620
Collocazione: Roma, Palazzo Lancellotti, sala dei Palafrenieri, sovraporta sul lato ovest
Committenza: Orazio Lancellotti
Tipologia: pittura parietale
Tecnica: affresco
Soggetto principale: Polifemo
Soggetto secondario: Galatea, tritone
Personaggi: Polifemo, Galatea, tritoni, nereidi
Attributi: conchiglia – carro, manto (Galatea), zampogna (Polifemo)
Contesto: paesaggio costiero
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://www.icra.it/Get_to/Get_to_rome/Banquet/Palazzo_Lancellotti.htm
Bibliografia: The Oxford guide to classical mythology in the arts 1500-1990, University Press, Oxford 1993; Cavazzini P., Palazzo Lancellotti ai Coronari cantiere di Agostino Tassi, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma 1998.
Annotazioni redazionali: La decorazione ad affresco di palazzo Lancellotti risale agli inizi del Seicento e riguarda cinque stanze al piano nobile e altre cinque al piano terreno. Dal Passeri si sa che il cardinale Orazio Lancellotti incaricò Agostino Tassi di eseguire tutte le decorazioni pittoriche del palazzo. Il cardinale è certamente il committente della sala dei Palafrenieri per la presenza all’interno della decorazione di stemmi dei Lancellotti sormontati dal cappello cardinalizio. Questo significa che la sala deve essere stata eseguita prima del dicembre 1620, data della morte di Orazio Lancillotti che era stato nominato cardinale nel 1611. Sopra le porte che introducono agli appartamenti Agostino Tassi finge dei quadri riportati che descrivono la storia di Polifemo Aci e Galatea. La tradizione ripresa dell’artista è quella che fa capo ad Ovidio nelle Metamorfosi. Nel primo riquadro, collocato nella sovrapporta del lato ovest del salone, Polifemo è raffigurato seduto sopra una roccia ai piedi di un albero vicino la riva del mare mentre osserva Galatea in mare. Sotto il piede destro del Ciclope la zampogna giace silenziosa in attesa di comporre canzoni in onore della Nereide. Passa Galatea in mare, seduta sulla sua conchiglia/carro con pala rotante, il manto che si gonfia dietro le spalle e fa da vela all’imbarcazione. La mano destra di Galatea è poggiata allo schienale della conchiglia per tenersi in equilibrio mentre con la mano sinistra piegata in avanti sembra mostrare qualcosa al tritone che le sta accanto, il quale tiene in mano del corallo. In lontananza si vede una coppia di tritone e nereide. Nel secondo riquadro, collocato nella sovraporta del lato sud, Polifemo è raffigurato seduto sopra una roccia, ai piedi di un albero mentre suona con la zampogna una canzone per Galatea che gioca in mare con un tritone. Nel terzo riquadro, collocato nella sovraporta del lato nord, Polifemo è rappresentato in piedi, con la zampogna tra le mani mentre dà le spalle a Galatea che lo osserva dalla riva del mare, seduta sulla sua conchiglia/carro, trasportata da due delfini. In mare insieme a Galatea un tritone e una nereide si abbracciano, mentre in cielo sono raffigurati due amorini con arco e frecce. Nel quarto riquadro, collocato nella sovraporta del lato ovest, Polifemo ha appena scoperto Galatea insieme al suo amante Aci, e sta per lanciare un sasso contro Aci per vendicarsi. E’ rappresentato in piedi con il sasso tra le mani, vicino alla riva del mare mentre Aci e Galatea fuggono terrorizzati. Un particolare da sottolineare nella composizione degli affreschi, che già fingono dei quadri, sono i tendaggi che arrotolati fungono da quinta teatrale alle scene che rappresentano l’evolversi della storia di Polifemo, Aci e Galatea. “Con questi tendaggi dipinti sopra i finti quadri riportati, Agostino Tassi, vuole alludere alla famosa contesa tra gli antichi pittori Zeusi e Parrasio. Forse intendeva proclamarsi pari al secondo, che vinse la gara dipingendo un tendaggio così realistico da ingannare il suo rivale” (Cavazzini).
Marisa Libertino