48: Aci, Galatea e Polifemo

Titolo dell’opera: Polifemo e Galatea

Autore: Sisto Badalocchio

Datazione: 1614

Collocazione: Palazzo Verospi al Corso a Roma, salone del piano nobile, volta (sopra)

Tipologia:

Tecnica: affresco

Soggetto principale: Polifemo

Soggetto secondario: Galatea

Personaggi: Polifemo, Galatea, nereidi, tritone

Attributi: manto, delfino (Galatea), un occhio, zampogna (Polifemo)

Contesto: paesaggio marino

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Pirondini M., Sisto Badalocchio, in La scuola dei Carracci, i seguaci di Annibale e Agostino, Artioli, Modena 1995, pp. 89–96; Brevaglieri S., Palazzo Verospi al Corso, Scheiwiller, Milano 2001.

Annotazioni redazionali: Sisto Badalocchio viene chiamato intorno al 1614 a decorare il palazzo Verospi al Corso con quattro affreschi di argomento mitologico. I quattro riquadri pertinenti a Sisto Badalocchio sono stati staccati e ricollocati sulla volta dell’atrio della sala al piano nobile. Due di questi descrivono la storia di Polifemo e Galatea. Nel primo affresco l’artista prende come punto di riferimento la tradizione che fa capo alle Imagini di Filostrato. Polifemo è descritto seduto sopra una roccia con la zampogna tra le mani, mentre compone una canzone per Galatea. Infatti, Galatea ascolta in compagnia di una nereide il canto di Polifemo in mare, sdraiata sopra un delfino con il manto che si gonfia sopra la sua testa. Intorno vengono rappresentati i compagni del corteo marino di Galatea, tra questi si distinguono una coppia di tritone e nereide (cfr. particolare). Nel secondo affresco (cfr. scheda n. 49) che ha come tema la storia di Galatea, Sisto Badalocchio si rifà alla tradizione tramandata da Ovidio nelle Metamorfosi, per la presenza all’interno della decorazione, oltre che di Polifemo e Galatea, anche di un terzo personaggio, ossia il pastore siciliano di nome Aci, amato dalla Nereide. E’ descritto il momento in cui il Ciclope scopre i due amanti insieme e, reso cieco dalla gelosia, stacca un masso dal fianco del monte Etna, per scagliarlo verso Aci il quale fugge terrorizzato insieme a Galatea. La scena si svolge vicino alla riva del mare, Polifemo caratterizzato dal terzo occhio in mezzo alla fronte è rappresentato in piedi, il busto è leggermente spostato verso sinistra e le mani sorreggono il pesante macigno. Le gambe sono posizionate in modo tale da scaricare tutto il peso sul piede destro, così da dare maggiore spinta al lancio. Galatea è rappresentata in piedi, mentre corre davanti a Aci in direzione del mare.

Marisa Libertino