28: Aci, Galatea e Polifemo

Titolo dell’opera: Polifemo

Autore: Luzio Romano – Domenico Zaga

Datazione: 1546–1548

Collocazione: Cerveteri, Palazzo Orsini Ruspoli, Stanza di Polifemo

Committenza: Gentil Virginio Orsini

Tipologia:

Tecnica: affresco

Soggetto principale: Polifemo

Soggetto Secondario:

Personaggi: Polifemo

Attributi: zampogna, bastone (Polifemo)

Contesto: paesaggio campestre

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Sarazani F., Ruspoli famiglia romana, Palombi, Roma 1977; Acquaro Graziosi M. T., Polifemo e Galatea, Mito e poesia, Bonacci, Roma 1984; De Luca A., Il palazzo Orsini - Ruspoli di Cerveteri, in “Lunario Romano”, 20, 1991, pp. 105-121;  Pietrangeli C., Palazzo Ruspoli, Editalia, Roma 1992; Mangiafesta M., Fortuna del mito di Polifemo nelle collezioni di antichità tra XV e XVII secolo, in “Bollettino d’arte”, 99, 1997, pp. 13-61; Mosconi C., Gli Orsini di Anguillara e gli affreschi di palazzo Ruspoli a Cerveteri, tesi di laurea, Università di Roma “La Sapienza”, a.a. 1997-1998; Mosconi C., Cerveteri - Palazzo Orsini - Ruspoli, in L’Arte delle Metamorfosi, Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, a cura di Cieri Via C., Lithos, Roma 2003, pp. 172–176.

Annotazioni redazionali: L’affresco si trova all’interno della Stanza di Polifemo nel Palazzo Orsini Ruspoli di Cerveteri. In particolare la stanza di Polifemo è situata al piano nobile del palazzo insieme alla Stanza di Diana e alla Stanza dei Riti Propiziatori. La presenza dello stemma personale di Gentil Virginio Orsini al centro delle tre volte è importante per determinare la committenza dei dipinti, realizzati poco prima della sua morte entro il 24 Luglio del 1548. Il dipinto raffigura il Ciclope Polifemo intento a comporre canzoni per Galatea secondo quanto ci tramanda Teocrito negli Idilli. La figura di Polifemo è rappresentata di spalle, la mano destra nascosta dal corpo ricurvo, porta la zampogna alla bocca ed il bastone è poggiato sopra una roccia; accanto pascola il gregge mentre in lontananza si vede una città. L’altro riquadro che rappresenta Aci e Galatea (Cfr. scheda opera 29) si rifà alla tradizione ovidiana e narra l’amore di Galatea per Aci e l’epilogo tragico a causa della gelosia di Polifemo. In primo piano sono rappresentati i due amanti nascosti dietro una rupe, Galatea si trova in grembo ad Aci, così come viene narrato da Ovidio nelle Metamorfosi. In secondo piano è rappresentato il momento in cui Polifemo lancia un sasso contro Aci, mentre i due corrono terrorizzati alla vista del gigante. La storia continua con la trasformazione di Aci in divinità fluviale grazie a Galatea e ai genitori, dopo essere stato colpito dal sasso tirato da Polifemo. La figura di Aci in forma di divinità fluviale si scorge nel dipinto seduta sopra una roccia, vicino al fiume, con in mano un bastone. Gli altri due scomparti all’interno della stessa stanza prendono come riferimento letterario l’Odissea, in uno è descritto la fuga di Ulisse, sotto la capra, dall’antro di Polifemo; l’altro raffigura Polifemo addormentato, mentre viene stuzzicato da un gruppo di satiri, prima di essere accecato da Ulisse e i suoi compagni. 

 Marisa Libertino