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GIOVANNI BOCCACCIO, Genealologie Deorum Gentilium, libro 7, XIII, Galateia, figlia di Nereo:
- Galatea, una tra le ninfe, fu figlia di Nereo, come mostra in pochi versi su di lei Ovidio scrivendo: " Ma a me, che son figlia di Nereo, che sono nata dalla cerula Dori" ecc. Di lei si racconta questa favola. Aci, bellissimo adolescente siciliano, fu amato da Galatea, che era grandemente amata dal ciclope Polifemo.
- Ma questi non era amato da lei. Un giorno Polifemo vide Aci congiunto con Galatea; irato lo scaraventò su un sasso e lo uccise. Galatea lo trasformò in un fiume siciliano che ebbe il suo nome. L’allegoria della favola può essere questa. Galatea è dea della bianchezza e io intendo per essa la schiuma delle onde che si frangono. Essa ama Aci, cioè il fiume, perché tutti i fiumi vanno nel mare.
- Teodonzio invece dice che, sotto questa favola, sta nascosta una storia, affermando che Polifemo fu un crudele tiranno della Sicilia e che, amando una fanciulla Galatea, di straordinaria bellezza, la stuprò. Poi, accortosi che ella si univa con il giovanetto siciliano Aci, sdegnato, ordinò di uccidere il giovane e di gettarlo nel fiume, che ebbe poi dagli abitanti il suo nome. Ma poiché l’amore di Galatea non lo permise, nulla fece.