11: Bacco e Mida

Titolo dell’opera: Mida dinanzi a Bacco

Autore: Nicolas Poussin (1594-1665)

Datazione: 1630

Collocazione: Monaco, Alte Pinakothek

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela (98 x 130 cm)

Soggetto principale: Mida supplica Bacco di liberarlo dal dono

Soggetto secondario: Mida si lava nel fiume Pattolo

Personaggi: Bacco, Mida, Sileno, ninfe, satiri, amorini

Attributi: corona di pampini (Bacco); corona d’oro (Mida)   

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.pinakothek.de/en/nicolas-poussin/midas-and-bacchus

Bibliografia: Panofsky E., Et in Arcadia Ego: Poussin e la tradizione elegiaca, in Il significato delle arti visive, Einaudi, Torino 1962, pp. 294-295; Thuillier J. (a cura di), Classici dell’arte, L’opera completa di Nicolas Poussin, Rizzoli Editore, Milano 1974,  p. 92, n. 62; Nicolas Poussin 1594-1665, Roma, Villa Medici novembre 1977 – gennaio 1978, Edizioni dell’Elefante, Roma 1977, pp. 154-155; Thuillier J., Da Nicolò Dell'Abate a Nicolas Poussin: aux sources du classicism, 1550-1650, Exposition 19-11-1988/28-2-1989, Museé Bossuet, Ancien Palais Episcopal, Meaux 1989, p. 196; Rosenberg P., Prat L.A., Nicolas Poussin 1594-1665 catalogue raisonné des dessins, Leonardo editore, 1994, I; Blunt A., Nicolas Poussin, Pallas Athene, Londra 1995; Mahon D., Nicolas Poussin Works from his first years in Rome, The Israel Museum, Gerusalemme 1999, p. 110, p. 132, p. 144; Pierguidi S., Nicolas Poussin e il tema del Re Mida al fiume Pattolo, in “Schede umanistiche”, Cooperativa libraria universitaria editrice Bologna, nuova serie, anno XVII, 2003/1, pp. 117-130                                                         

Annotazioni redazionali: Il mito di Mida e Bacco è stato affrontato da Poussin in diversi dipinti e questo è l’ultimo in ordine cronologico. La narrazione si articola su due livelli: in primo piano è raffigurato il momenti in cui il re, essendosi accorto dell’errore fatto chiedendo a Bacco di poter trasformare in oro tutto ciò che toccava, si reca supplichevole dal dio per essere liberato da questo presunto dono; in secondo piano, invece, c’è l’epilogo della storia: seguendo le indicazioni di Bacco, Mida si reca presso la fonte del fiume Pattolo, vi si immerge e così si libera dell’oro che va a depositarsi nel fiume. E’ stato ipotizzato che la scena centrale raffigurasse una fase successiva, ossia il ringraziamento di Mida al dio per l’avvenuta liberazione; ma in questo caso Poussin si sarebbe allontanato dalla versione ovidiana del mito, narrata nell’XI libro delle Metamorfosi, nel quale appunto non si parla di un ulteriore incontro tra i due protagonisti della vicenda. Per Blunt, invece, rappresenterebbe il momento della richiesta del dono ma si potrebbe escludere questa interpretazione perché mancherebbe la continuità temporale con la scena sul fondo. Notizie sull’opera sono rintracciabili negli atti del processo Valguarnera tenutosi nel 1631: nella testimonianza del mercante Stefano Roccatagliata è citata la vendita al Valguarnera di un’opera “con alcune figure, ch’è la Favola del Rè Mida, è di Bacco”, che va appunto identificata con il dipinto di Monaco. Secondo Mahon l’opera del Roccatagliata era una copia del dipinto di Poussin, eseguita per fare da pendant ad un altro dipinto dell’artista francese già in suo possesso ossia Mida alle sorgenti del fiume Pattolo di Ajaccio, anche questo citato negli atti del processo (Cfr. scheda opera 09). Pierguidi ha ipotizzato una datazione precoce del dipinto di Monaco confrontandolo con quello di Ajaccio: ha notato una continuazione nel racconto sicuramente non sfuggita al Roccatagliata che appunto fece realizzare la copia; considerando che la maggior parte della critica data il Mida francese al 1626, il 1630 proposto per la tela di Monaco deve essere riconsiderato. A favore di una datazione antecedente va tenuta presente una caratteristica che scomparirà nei dipinti eseguiti a partire dal 1628, cioè la citazione tizianesca che qui si riscontra nella donna addormentata in primo piano ripresa dagli Andrii. A partire da quella data Poussin si avvicina allo stile classico e al Bernini e abbandona lo stile venezianeggiante; sulla base di questa considerazione il Mida e Bacco va quindi collocato prima del 1628; secondo Pierguidi sarebbe anche antecedente alle altre opere che vedono Mida come protagonista e ipotizza il 1626 come anno di esecuzione.

Enrica Arduini