09: Bacco e Mida

Titolo dell'opera: Mida alle sorgenti del Pattolo

Autore: Nicolas Poussin (1594-1665)

Datazione: 1626 - 1631

Collocazione: Ajaccio, Museé Fesch

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela (51 X 68 cm)

Soggetto principale: Mida si lava nel fiume Pattolo

Soggetto secondario:

Personaggi: Re Mida, Fiume Pattolo

Attributi:

Contesto: scena all'aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: www.musee-fesch.com/index.php/musee_fesch/Collections/Peintures-XVIIe-siecle/Midas-a-la-source-du-fleuve-Pactole

Bibliografia: Panofsky E., Et in Arcadia Ego: Poussin e la tradizione elegiaca, in Il significato delle arti visive, Einaudi, Torino 1962, pp. 294-295; Thuillier J. (a cura di), Classici dell’arte, L’opera completa di Nicolas Poussin, Rizzoli Editore, Milano 1974,  p. 89, n. 36; Nicolas Poussin 1594-1665, Roma, Villa Medici novembre 1977 – gennaio 1978, Edizioni dell’Elefante, Roma 1977, pp. 141-142; Thuillier J., Da Nicolò Dell'Abate a Nicolas Poussin: aux sources du classicism, 1550-1650, Exposition 19-11-1988/28-2-1989, Museé Bossuet, Ancien Palais Episcopal, Meaux 1989, p. 196; Rosenberg P., Prat L.A., Nicolas Poussin 1594-1665 catalogue raisonné des dessins, Leonardo editore, 1994, I; Blunt A., Nicolas Poussin, Pallas Athene, Londra 1995; Mahon D., Nicolas Poussin Works from his first years in Rome, The Israel Museum, Gerusalemme 1999, p. 110, p. 132, p. 144; Pierguidi S., Nicolas Poussin e il tema del Re Mida al fiume Pattolo, in “Schede umanistiche”, Cooperativa libraria universitaria editrice Bologna, nuova serie, anno XVII, 2003/1, pp. 117-130

Annotazioni redazionali: Il dipinto realizzato da Nicolas Poussin rappresenta l’epilogo del mito di Mida relativo al tocco aureo: quando il re, dopo essersi accorto dell’errore fatto chiedendo al dio Bacco di poter trasformare in oro tutto ciò che toccava e avendo ottenuto il perdono, si immerge nelle acque del fiume Pattolo per liberarsi del presunto dono. Il dipinto, secondo Pierguidi, potrebbe raffigurare anche un altro momento della vicenda: quando il re dopo essere stato liberato dal tocco aureo contempla un giovane che ha appena trovato una pagliuzza d’oro nel Pattolo. Seguendo questa seconda interpretazione, il soggetto della tela sarebbe originale: Poussin è uno dei pochi pittori che si sono dedicati alla figura di Mida, egli lo ha fatto restando fedele alla versione fornita da Ovidio nell’XI libro delle Metamorfosi, ma in questo caso ha continuato il racconto ovidiano immaginando il ritrovamento dell’oro nelle acque del fiume. L'attribuzione a Poussin è universalmente accettata poiché il dipinto viene citato in diversi scritti del tempo tra i quali uno di Fabrizio Valguarnera del 1631; il nobiluomo lo definisce come  un "quadrettino d'un re Mida con altra figurina ignuda... di Monsù Posin". Inoltre dagli atti del processo allo stesso Valguarnera, tenutosi nel 1631, sappiamo che egli venne in possesso dell'opera tramite il collezionista e mercante d'arte Stefano Roccatagliata, amico di Poussin. Per quanto riguarda la realizzazione dell’opera sono state proposte diverse date: J. Thuillier la colloca intorno al 1626, come anche Rosenberg; per Longhi è anteriore al 1631 poiché viene menzionata nel processo Valguarnera dello stesso anno; mentre Mahon propone il 1626-1627. Secondo Panofsky la realizzazione va messa in relazione con il dipinto dello stesso Poussin Mida si lava alle sorgenti del fiume Pattolo custodito al Metropolitan Museum di New York (Cfr. scheda opera 10) che sarebbe precedente al Mida di Ajaccio; il pittore avrebbe scoperto il mito di Mida tramite il cardinale Rospigliosi per poi riprenderlo liberamente. L’opera è custodita nel museo di Ajaccio dal 1839; precedentemente era appartenuta al cardinale Flavio Chigi (1631-1693) e poi a Joseph Fesch: cardinale e uomo politico, zio di Napoleone Bonaparte, amante dell’arte, vantava una collezione di 1600 tele, principalmente di pittori del XVI e XVII secolo.

Enrica Arduini