Midfm08

1375-77

GIOVANNI DE’BONSIGNORI, Ovidio Metamorphoseos vulgare, libro XI, cap. V-VII

Tratto da: Giovanni Bonsignori da Città di Castello, Ovidio Metamorphoseos Vulgare, ed. a cura di Ardissimo E., Commissione per i testi di lingua, Bologna 2001, pp. 512-514

 

Come le donne che uccisero Orfeo furono convertite tutte in arbori. Capitulo V

 

… Fra questi che passaro al fiume Pantolon fu Sileno, nutricatore che fu de Baco; costui, sì com’elli fu intrato in l’acqua, si lassò li altri perché quelle genti non lo sapessero seguire, per la qual cosa quelle genti tennero altra via. E Sileno rimase de llà dal fiume solo nel lito, ad essendo costui trovato dalle gente de quelle contrade così solo, fu subito menaco nel Monte Tinolo denanzi al re Mida, el quale era stato amaestrato da Orfeo ch’elli dovesse fare sacrificio a Baco. Vedendo lo re Mida Sileno, messo, amico e nutritore de Baco, sì lo recevè onoratamente e per lui ordinò molti e grandi e magnifichi doni ed onori, la qual festa ordinò per spazio de diece dì e de dece notti. Ma venuto al decimo dì, el re Mida menò Sileno en l’India, dove era stato notricato Baco da Sileno, e presentò Sileno denanzi a Baco, per la qual cosa Baco s’alegrò, vedendo il suo nutricatore, e disse Baco a Mida: «Poiché tu me hai fatto cotanto piacere, domanda ogni grazia che tu vuoli ed io llà farò».

Come se facea oro ciò che Mida toccava. Capitulo VI

 

Allora Mida domandò allo dio Baco che ciò ch’elli toccasse se facesse oro, allora Baco respuse e disse: «Sia fatto a te come tu domandi». Mida se partì molto alegro ed andando per la via volse provare s’elli avea la grazia, sì come avea domandato, e sì s’accostò ad uno arbore e toluene uno ramicello, e subito quella verga fu fatta oro. Poi pigliava la terra e subito era fatta oro e, s’elli toccava le resti delli campi, faceanse oro, e s’elli toccava le poma, parea che fossero le poma de Atalante, le quali earno d’oro. E sì come mida gionse a casa toccava le uscia, le banche ed ogni cosa se facea oro. Allora disse Mida: «Andiamo a mangiare», ed intrati a mensa, toccò el pane e subito fu fatto oro, e toccando li bicchieri subito se faceano oro, e s’elli mettea el vino nelli nappi subito quel vino diventava oro. 

 

Come la rena del fiume Pattolo doventò aurata per lo lavare del capo de Mida. Capitulo VII

 

Vedendo questo, lo re Mida si fu pentuto e conove che avea fatto male, e subito tornò a Baco e disse: «O padre Baco, abbime misericordia perciò ch’io peccai, e tolli da me questa proprietà e la grazia facesti revoca». Allora Baco, vedendo che Mida era pentuto, respuse e disse: «Va al fiume Pattolo, el quale è vecino de qui, cioè infra li sardi e li corsi, e va per la Sardegna. E come sarai al fiume, sì te trarrai li panni ed entra in lo fiume ed entra in lo mezzo, e va dove el fiume se comincia, e lì subuezza sotto l’acqua el tuo capo e lavalo bene, e quella proprietà che tu hai ritornerà en lo fiume». Mida andò e fece sì come lli commandò Baco, allora el fiume Pantalon, overo Pattolo, cominciò a produre la rena aurata e Mida ritornò e, vedendo che l’oro e le dovizie li erano nociute, si estribuì ciò ch’elli avea al mondo.

 

Allegoria e terza esposizione del re Mida. Segnata per C

 

La verità della istoria fu questa: lo re Mida fu de Barbarìa e fu uomo molto avaro, el quale radunava molto tesoro e tanto pesava in questa cupidità che non potea mangiare né bere, e dice de Baco, perciò che in quella parte favoleggia Ovidio perché Mida adorava lo dio Baco. Ma vedendo che questa avarizia li dava la morte, cominciò a despreziare ciò ch’elli avea e dare a persono abisognose, le quali abitavano per la riva del fiume Pattalo. E dice che se lavò il capo nel fiume; questo dice perché li avari hando pieno el capo de questi pensieri, allora se lavano e pulificano el capo quando destribuisseno quelle cose che dando impedimento al capo, cioè alla tribulata mente, la quale se vole riposare e non po’, e vuol mangiare e bere e dormire e non po’, ed allora gode e sta bene quando è levata via la cagione di tanto male. El fiume Pattolo, ha naturalmente la rena de colore giallo ed anche vi se trova assai tesoro , e perciò Ovidio, volendo lui favoleggiare proprio, dice che 'l fiume Pattolo e la sua arena diventò aurata per lo lavamento del capo del re Mida.