Titolo dell'opera: Giudizio di Mida
Autore: Hendrick Goltzius (1558-1617)
Datazione: 1590
Collocazione: New York, J. Pierpont Morgan Library
Committenza:
Tipologia: incisione
Tecnica: bulino (40,1 X 66,6 cm)
Soggetto principale: contesa musicale tra Apollo e Pan
Soggetto secondario:
Personaggi: Apollo, Pan , Mida, Muse, Atena, satiro
Attributi: corona di raggi di sole, lira (Apollo); flauto (Pan); orecchie d'asino (Mida); armatura (Atena)
Contesto: scena all'aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://mfas3.s3.amazonaws.com/objects/SC173675.jpg
Bibliografia: Walter L. Strauss (a cura di), Hendrick Goltzius 1558-1617 complete engravings and woodcuts, Abaris Book, New York 1977, pp. 504-505
Annotazioni redazionali: L'opera del pittore e incisore olandese Hendrick Goltzius rappresenta la contesa musicale tra il dio Apollo e Pan, precisamente il momento in cui il Dio del Sole ha terminato la propria esecuzione e i presenti esprimono il proprio giudizio. Come narra Ovidio, giudice unico della gara è il Monte Tmolo, raffigurato con una corona di foglie di quercia seduto su una pietra, tra i due contendenti; alla sua destra con la lira tra le mani c'è Apollo, il cui capo sprigiona raggi di luce, mentre alla sinistra di Tmolo ci sono il re Mida, riconoscibile dalle orecchie asinine appena ricevute, e Pan. Goltzius è fedele alla versione ovidiana, quindi rappresenta anche le Muse: in primo piano sono raffigurate Erato, Tersicore e Talia, a sinistra Euterpe ed Urania; sullo sfondo nel gruppo centrale sono presenti Atena e Clio, mentre Melpomene, Calliope e Polimnia si trovano alle spalle di Apollo. Lo Strauss condivide la teoria dello studioso Peznicek secondo il quale il disegno segue le direttive esposte da Karel Van Mander in Lehergedicht: il pittore e poeta consiglia di realizzare un disegno preparatorio di dimensioni simili all’originale; le figure, delle stesse dimensioni di quelle finali e disposte lungo i lati per consentire una veduta libera dello sfondo, devono essere separate in gruppi disposti all’interno del paesaggio; inoltre le stesse devono essere diversificate nell’abbigliamento, alcune seminude mentre altre del tutto nude. L’incisione presenta quattro iscrizioni: la prima si trova in basso a destra, è in latino ed indica la paternità dell’incisione, la seconda in basso a sinistra riporta l’anno 1590; la terza si trova al di sotto della prima, contiene la dedica a Floris Schoterbosch, cancelliere, viaggiatore e collezionista dell’Aja; l’ultima nel margine inferiore è un commento alla stoltezza di Mida.
Enrica Arduini