22: Apollo e Pan

Autore: Melchior Meier (seconda metà XVI secolo)

Datazione: 1582

Collocazione: New York, Metropolitan Museum of Art

Committenza: Francesco I de’ Medici (1541-1587)

Tipologia: incisione

Tecnica: acquaforte con ombreggiature a pennello e matita (22,9 x 31,3 cm)

Soggetto principale: Apollo ha scuoiato Marsia e ne mostra la pelle

Soggetto secondario:

Personaggi: Apollo, Marsia, Mida, satiri, soldato romano

Attributi: corona d’alloro, lira (Apollo); flauto (Marsia); corona d’oro, orecchie d’asino (Mida)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Meyer A.W., Wirt S.K., The Amuscan Illustrations, in “Bulletin of the History of Medicine”, 1943, 14, pp. 667-687; Rapp J., Ein Meisterstich der Florentiner Spätrenaissance entsteht. Bemerkungen zum Probedruck mit Vorzeichnungen für Melchior Meiers Kupferstich Apollo mit dem geschundenen Marsyas und das Urteil des Midas  in den Uffizien, in “Bruckmanns Pantheon”, 43, 1985, pp. 61-70

Annotazioni redazionali: Melchior Meier era un ­incisore svizzero-tedesco che tra il 1577 e il 1582 lavora a Firenze presso la corte dei Medici per i quali realizza due ritratti, uno di Cosimo I (1573) e l’altro di Francesco I (1574-1575); a quest’ultimo dedica anche l’incisione qui analizzata. Meier, come altri artisti, fonde due miti distinti, entrambi narrati da Ovidio nelle Metamorfosi ma in libri diversi: il primo si trova nel VI libro ed è la punizione di Marsia, il secondo nell’XI libro ed è il giudizio di Mida. Il mito del VI libro vede protagonisti Apollo e Marsia durante una contesa musicale vinta dal dio che per punire il satiro che ha osato sfidarlo lo scuoia; relativi a questo racconto sono Apollo, al centro con un coltello in una mano e la pelle del satiro nell’altra, Marsia, il cui corpo mostra la muscolatura dettagliata, e i satiri che piangono il compagno morto. Figura estranea a questo mito ma relativa al secondo è Mida raffigurato sulla destra; narra Ovidio che a seguito di una gara musicale tra Apollo e Pan, il re frigio come punizione per aver preferito l’esecuzione del dio dei boschi a quella del dio del sole abbia ricevuto proprio da quest’ultimo un paio di orecchie d’asino con le quali è qui raffigurato. La fusione dei miti si deve proprio al fatto che in entrambi i miti compare Apollo e che avviene una disputa in campo artistico. Alle spalle di Mida Meier introduce un soldato romano che secondo il Rapp è legato ad un fatto storico avvenuto in quegli anni che riguarda il pittore Federico Zuccari; nel 1578 il pittore ricevette l’incarico di realizzare una pala d’altare per la cappella della famiglia Ghiselli in Santa Maria del Baraccano a Bologna ma quando la consegnò venne respinta perché ritenuta mediocre e quindi affidata ad un artista bolognese. Per vendicarsi dell’offesa subita lo Zuccari pose sulla facciata della chiesa di San Luca a Roma un cartone, intitolato Porta Virtutis, nel quale il committente, lo scalco papale Paolo Ghiselli, veniva raffigurato come un ignorante, con le orecchie d’asino, circondato dai Vizi; ciò però costò al pittore il bando dallo Stato Pontificio e solo grazie all’intervento dei Medici e dei Della Rovere potè tornare nel 1583. Alla luce di questi fatti e della dedica a Francesco I, il Rapp ritiene che in questa incisione Mida e il soldato romano rappresentino Ghiselli, lo Stato Pontificio e la loro stoltezza.

Per una trattazione del mito di Apollo e Marsia si rimanda al libro VI.

Enrica Arduini