Titolo dell’opera: Favola di Apollo e Marsia
Autore: Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino (1503-1572)
Datazione: 1530 - 1532
Collocazione: collezione privata
Committenza: Guidobaldo II della Rovere (1514-1574)
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tavola di noce (82 x 122,5 cm)
Soggetto principale: contesa musicale tra Marsia e Apollo
Soggetto secondario: Apollo scortica Marsia; Apollo punisce Mida con le orecchie d’asino; il barbiere di Mida rivela il segreto delle orecchie
Personaggi: Apollo, Marsia, Minerva, Mida, barbiere
Attributi: lira, alloro, coltello (Apollo); flauto, pelle scuoiata (Marsia); elmo, lancia, scudo (Minerva); corona, orecchie d’asino (Mida); canne (barbiere)
Contesto: scena all’aperto
Precedenti: anonimo, Lo scorticamento di Marsia, 1531-32, olio su tela (48 x 119 cm), San Pietroburgo, Hermitage
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Spike J.T., L'Apollo e Marsia del Bronzino, in “FMR”, edizione italiana, 14, 1995, n. 109, pp. 14-24; Spike J.T., La favola di Apollo e Marsia di Agnolo Bronzino, Polistampa, Firenze 2000; Spike J.T., Apollo e Marsia dipinto da Bronzino a Pesaro per Guidubaldo II Della Rovere, in I Della Rovere nell'Italia delle corti, a cura di Cleri B., QuattroVenti, Urbino 2002, vol. 2 Luoghi e opere d'arte, pp. 69-78
Annotazioni redazionali: Il dipinto, scoperto solo nel 1994 in una collezione privata, è stato attribuito al Bronzino grazie alla menzione di Giorgio Vasari che ne Le Vite lo ricorda insieme ad altre tre opere che il pittore fiorentino ha realizzato ad Urbino tra il 1530 e il 1532. Guidobaldo II della Rovere, duca di Urbino dal 1532 al 1574, commissionò l’opera al Bronzino: originariamente costituiva uno dei pannello della cassa protettiva di un arpicordo, uno strumento musicale a corde molto usato nell’Italia del XVI secolo. Altro riferimento alla tavola si trova nel Riposo di Raffaello Borghini, pubblicato nel 1584; dopodiché non si hanno più notizie fino al 1994. Una copia del pannello venne realizzata nel 1562 da Giulio Sanuto: si tratta di un’incisione su tre fogli che differisce dall’opera del Bronzino per lo sfondo, la presenza delle Muse e di cartigli esplicativi; il Sanuto copiò l’opera da una tela attualmente conservata presso l’Hermitage che l’incisore attribuì al Correggio e per questo venne acquistata dallo zar Nicola II nel 1865. Basandosi su due elementi particolari lo Spike ha ipotizzato che il pannello è l’originale mentre la tela dell’Hermitage una copia: il primo fattore è il legno di noce raramente usato all’epoca, il secondo è il paesaggio sullo sfondo del pannello e assente nella tela che deve essere identificato con la Rocca di San Leo, fortezza dei Della Rovere. Il pannello presenta la narrazione in quattro scene che vanno lette da destra verso sinistra: prima la contesa musicale, segue lo scorticamento di Marsia, poi sullo sfondo la punizione di Mida e infine la scoperta del segreto del re. La scena della contesa musicale vede contrapposti Apollo, con la lira, e Marsia, con una tromba di piccole dimensioni; giudici della gara sono Minerva e Mida; qui si ha una contaminazione dei due miti che vedono come protagonisti da una parte Apollo e Marsia e dall’altra Apollo e Pan: Minerva non è presente in nessuno dei due anche se dà inizio alla prima vicenda, mentre Mida, come narrato da Ovidio, appare nella seconda contesa e riceve la punizione delle orecchie. Le altre scene, di conseguenza, raffigurano due diversi miti: la seconda scena rappresenta la punizione di Marsia così come è narrata nel VI libro delle Metamorfosi, mentre la terza e la quarta hanno come protagonista Mida. In particolare, nella scena sul fondo Apollo tira le orecchie del re fino a farle diventare come quelle di un asino, e, a differenza di quanto racconta Ovidio, è presente Minerva riconoscibile dalle vesti . L’ultima scena raffigura il finale della vicenda: il barbiere di Mida non riuscendo a custodire il segreto lo svela ad una buca scavata nel terreno sulla quale poi nasceranno delle canne, qui già presenti.
Enrica Arduini