Titolo dell’opera: Il giudizio di Mida
Autore: Giambattista Cima da Conegliano (1459/60 – 1517/18)
Datazione: 1505 - 1510
Collocazione: Parma, Galleria Nazionale
Committenza:
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tavola (diam. 24 cm)
Soggetto principale: Gara musicale tra Apollo e Pan con Mida come giudice
Soggetto secondario:
Personaggi: Apollo, Pan, Mida
Attributi: lira (Apollo); lira (Pan); corona d’oro, orecchie d’asino (Mida)
Contesto: scena all’aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Bibliografia: Omaggio a G.B.Cima da Conegliano, La provincia di Treviso periodico semestrale a cura dell’amministrazione provinciale, anno V, nn. 4-5, luglio-ottobre 1962, pp. 25-20, Stamperie di Venezia; Humfrey P., Cima da Conegliano, Cambridge University Press, Cambridge 1983; Faldon N., Valcanover F., Giambattista Cima da Conegliano, Fondazione G.B.Cima da Conegliano, Treviso 1986
Annotazioni redazionali: I soggetti mitologici costituiscono una minoranza tra le opere di Cima da Conegliano, sono stati realizzati all’inizio del XVI secolo e sono solo quattro: Endimione dormiente, Le nozze di Bacco e Arianna, Teseo uccide il Minotauroe Giudizio di Mida. L’opera qui analizzata per la forma e le dimensioni doveva essere incorporata in un arredo, forse un cassone o una cassapanca; purtroppo non abbiamo documenti sulla committenza, ma vista la scelta del soggetto, un tema mitologico abbastanza raro, e gli eruditi che l’autore frequentava, tra i quali Alberto Pio e Aldo Manuzio, il committente doveva essere un uomo di un certo livello culturale, forse un membro della famiglia Contini. Il dipinto aveva come pendant Endimione dormiente; il motivo della scelta, secondo Humfrey, potrebbe essere la semplice contrapposizione Sole Luna, rappresentati da Apollo nel mito di Mida e Diana in quello di Endimione, oppure qualche significato astrologico a noi non noto; sempre secondo il critico inglese Il giudizio di Mida potrebbe essere ricondotto al tema, caro al Rinascimento, dell’ Arcadia, dell’età d’oro ormai perduta. In ogni caso i critici sono concordi su una cosa: il pittore non aveva la capacità di elaborare da solo un programma iconografico complesso, egli era estraneo al clima culturale del tempo e ciò si può vedere anche nella resa del soggetto che è stato ridotto ad una semplice novella, il dio Apollo non è raffigurato come una divinità nel pieno della sua potenza, non è un vincitore. Inoltre il mito così come viene narrato nelle Metamorfosi ovidiane prevede oltre a Mida e ai due contendenti Apollo e Pan, il Monte Tmolo, il vero giudice della gara; Mida poi è rappresentato già con le orecchie d’asino benché Apollo stia suonando e quindi il re ancora deve esprimere il proprio giudizio per il quale verrà punito dal dio del Sole.
Enrica Arduini