Panfc05

I sec. d.C.

IGINO, Fabulae, 191

Tratto da: Miti, a cura di Guidorizzi G., Adelphi edizioni, Milano 2000, pp. 127-128

 

Mida, re dei Migdoni, figlio della Madre degli dei, fu cooptato da Tmolo nel tempio in cui Apollo gareggiò con Marzia, oppure Pan in una sfida con il flauto. Tmolo assegnò la vittoria ad Apollo, Mida invece disse che andava attribuita a Marsia. Allora Apollo, «Mida, qual è stato il tuo cuore nel giudicare, così avrai le orecchie», e con queste parole fece si che gli spuntassero orecchie d’asino. In quel periodo, mentre il padre Libero stava conducendo il suo esercito in India, Sileno se ne distaccò e Mida lo ospitò splendidamente e gli diede una guida che lo riconducesse al corteo di Libero. Allora il padre Libero donò a Mida il privilegio di ottenere da lui qualsiasi cosa avesse desiderato; a lui Mida chiese che qualsiasi cosa avesse toccato diventasse d’oro. Dopo aver ottenuto questo ed essere ritornato nella reggia, qualsiasi cosa toccasse diventava d’oro; ormai tormentato dalla fame, chiese a Libero di sottrargli quel dono così splendido, e Libero gli comandò di bagnarsi nel fiume Pattolo. Quando l’acqua toccò il suo corpo, si fece di un colore dorato: ecco perché ancora oggi quel fiume in India è detto Crisorroas.