65: Venere e Adone

Titolo: Morte di Adone

Autore: Luca Giordano (1634-1705)

Datazione: 1682-1685

Collocazione: Firenze, palazzo Medici Riccardi

Committenza: Francesco Riccardi (1648-1719)

Tipologia: dipinto murale

Tecnica: affresco

Soggetto principale: Adone morto trovato da tre ninfe

Soggetto secondario: Diana indica un cinghiale braccato da due cani

Personaggi: Adone, Diana, ninfe, cinghiale, cani

Attributi: cani, cinghiale, lancia, corno (Adone); mezzaluna, lancia (Diana); arco, frecce (ninfa)

Contesto: scena all’aperto, in un bosco

Precedenti:

Derivazioni: Luca Giordano, Morte di Adone, dipinto a olio, 1685 ca., Londra, collezione Kaye

Immagini: http://commons.wikimedia.org/wiki/Image:Luca_Giordano_020.jpg

Bibliografia: Ferrari O., Attività di Giordano fino agli affreschi di palazzo Medici Riccardi, in “Luca Giordano 1634-1705”, edizioni Electa, Napoli 2001, pp. 29-36;Finaldi G., Gli affreschi di palazzo Medici Riccardi, in “Luca Giordano 1634-1705”, edizioni Electa, Napoli 2001, pp. 251-256; Ferrari O., Scavizzi G., Luca Giordano, edizioni Electa, Napoli 1992 pp. 77-103; Giannini C., Fra modello e ricordo: le macchie di Luca per i Riccardi e il gusto tardobarocco per l’inaccompli, in “Stanze segrete: gli artisti dei Riccardi. I ricordi di Luca Giordano e oltre”, edizioni Leo S. Olschki, Firenze 2005 pp. 1-23; Acidini Luchinat C., La volta della galleria di Luca Giordano: percorsi terreni, trionfi stellari, in “Stanze segrete: gli artisti dei Riccardi. I ricordi di Luca Giordano e oltre”, edizioni Leo S. Olschki, Firenze 2005, pp. 25-54; Butner F., Die galleria riccardiana in Florenz, Francoforte 1972; Millen R., Luca Giordano a palazzo Medici Riccardi, Sadea/Sansoni editore, Firenze 1965, pp. 3-9

Annotazioni Redazionali: la morte di Adone fa parte di una più ampia decorazione ad affresco che riguarda l’intera volta della galleria di palazzo Medici Riccardi. Per il programma iconografico della decorazione l’artista è stato consigliato da Alessandro Segni, segretario dell’accademia della Crusca, ma non è da escludere che Luca Giordano, pratico di soggetti mitologici, abbia avuto una parte nelle scelte iconografiche, rifacendosi a Ripa (Iconologia), Cartari (Immagini degli dei degl’antichi) e Ovidio (Metamorfosi). Secondo Butner (1972) e Millen (1965), nella galleria c’è l’apoteosi della vita umana: il racconto procede in ordine cronologico dalla vita alla morte, dall’alba alla notte, dalla primavera all’inverno. La narrazione inizia con la scena dell’antro dell’eternità che rappresenta l’origine della vita umana; l’uomo passa poi attraverso il regno degli elementi ed è nobilitato dalle virtù e dalla sapienza (Minerva); infine l’anima umana raffigurata come donna nuda, giunge al regno divino (giove). Inoltre per la Luchinat (2005) nella morte di Adone è rappresentato il cammino umano che inizia con la giovinezza, età dell’imprudenza e dell’amore e la stagione corrispondente è la primavera. Nel caso di questa scena la fonte non è Ovidio, in quanto egli non menziona Diana che viene invece nominata da Apollodoro (adofc05) “Adone, invece, era ancora un ragazzo quando, a causa dell’ira di Artemide, durante una caccia fu ferito da un cinghiale e morì”. Infatti nell’affresco dietro ad Adone si vede Diana che sta indicando con la mano il cinghiale che ha ucciso Adone. Inoltre, nelle tre figure femminili che soccorrono Adone, in nessuna si può riconoscere Venere e sono probabilmente tre ninfe, visti anche gli attributi (arco e frecce). L’assenza di Venere è un fatto molto particolare poiché in tutte le fonti la dea è sempre presente affianco ad Adone. Della morte di Adone esiste un olio su tela che riproduce esattamente l’affresco corrispondente: è sempre stato considerato un modello antecedente all’affresco, ma la Giannini (2005) sostiene che questo dipinto sia invece un ricordo, cioè un dipinto eseguito dopo gli affreschi per commemorare l’impresa, probabilmente commissionato dagli stessi Riccardi.

 

 

Tancredi Farina