61: Venere e Adone

Titolo dell’opera: Morte di Adone                                                                

Autore: Cornelis Holsteyn (1618-1658)

Datazione: 1655 ca.

Collocazione: Harleem, Frans Hals Museum

Committenza:

Tipologia: dipinto      

Tecnica: olio su tela (99 x 206 cm)

Soggetto principale:  Venere e Amore scoprono il corpo senza vita di Adone                    

Soggetto secondario: il cinghiale rincorso dai cani di Adone           

Personaggi: Adone, Venere, Amore  

Attributi: lancia, cani, cinghiale (Adone); frecce, arco (Amore); rose bianche, perle, colombe, Amore(Venere)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.wga.hu/frames-e.html?/html/h/holsteyn/index.html

Bibliografia: Friedländer W., La tintura delle rose, in “The Art Bullettin”, XVI, 1938, pp.320-324; Heppner A., De Verhouding Van Kunstschildertot decoratieschilder in de 17° ecuw: Holsteyn en Van Pillecum, in “Oud-Holland”, 1946, n°2; Mosby D. F., Gods, Saints and Herpes. Dutch paintings in the age of Rembrandt, Washington: National Gallery of Art, c1980;

Annotazioni redazionali: Cornelis Holsteyn, pittore tedesco, nacque ad Harleem nel 1618. Non si sa nulla sulla sua formazione ma soltanto che, in un anno ugualmente non precisato, entrò a far parte dell’Accademia di San Luca. Visse e fu attivo ad Amsterdam dove gli vennero commissionate molte pitture decorative e dove morì nel 1658. Il dipinto preso qui in esame, raffigura il momento in cui Venere scopre il corpo di Adone, rimasto ucciso da un cinghiale durante una battuta di caccia. Egli giace a terra moribondo; in fondo, si intravedono i due cani che, inseguendo il cinghiale, si addentrano nella foresta; la lancia, caduta di mano ad Adone durante il combattimento con l’animale selvatico, rimane sotto il corpo del giovane cacciatore; al suo fianco Venere, alle quali spalle si intravedono due colombe, suoi consueti attributi, appare sconvolta nel vedere il bel corpo dell’amato senza vita mentre Amore piange avvicinando una mano al viso per coprirsi gli occhi da quella dolorosa visione. Entrambi sembrano essere appena arrivati, quasi “atterrati” vicino ad Adone, soprattutto se si osserva il mantello agitato di Venere. Un’ipotesi plausibile se si tiene presente che nelle Metamorfosi di Ovidio (Adofc06), si narra che Venere atterrò vicino ad Adone con il suo carro trainato da cigni, e se si considera che la concezione su cui si basa questo dipinto deriva da un’incisione del 1606 di Antonio Tempesta (Cfr. opera scheda 44), in cui è raffigurata Venere che sul suo carro, trainato qui da colombe, raggiunge Adone. Anche nel nostro dipinto sono presenti le colombe, sull’estrema destra e proprio alle spalle di Venere, dunque, a mio avviso, sembra effettivamente, che sia appena avvenuto un brusco atterraggio ed il mantello della dea sia ancora mosso da un conseguente spostamento d’aria. Sul capo di Venere ad ornare la sua capigliatura, si notano fili di perle e due rose bianche, entrambi attributi della dea, ma in particolare le rose sono legate al mito di Adone in quanto alcune fonti (Cartari, 1156, Adofr05) e alcuni testi (Friedländer, 1938) trattano l’episodio della “tintura delle rose” durante il quale Venere,  mentre correva a soccorrere Adone, si punge inavvertitamente con le spine di un roseto e con il suo sangue tinge i fiori di rosso. Inoltre, in questo quadro si può individuare un collegamento all’iconografia cristiana con cui veniva raffigurata in maniera canonica la morte di Cristo: il manto rosso, in cui Adone morente è raffigurato avvolto, ricorda il colore della passione di Gesù, di cui ne è simbolo; Venere che piange Adone allargando le braccia, evoca la posizione in cui spesso la Vergine Maria è rappresentata mentre piange suo figlio morto e deposto dalla croce; infine, la lancia rimanda all’arma utilizzata dal Longino per ferire il costato di Cristo. La scelta iconografica di Holsteyn è stata adottata anche da altri artisti oltre Antonio Tempesta (Cfr. scheda opera 44), quali Lambert Sustris (Cfr. scheda opera 48), Laurent de la Hyre (Cfr. scheda opera 52), Poussin nel dipinto di Caen (Cfr. scheda opera 53) e Jusepe de Ribera nella tela di Cleveland (Cfr. scheda opera 60),Infine, la presenza di Amore che piange sul corpo di Adone non è nuova nell’ambito del panorama artistico, infatti, un motivo simile si ritrova anche in un’altra opera, precedente cronologicamente a quella di Holsteyn, di Alessandro Turchi, detto l’Orbetto (1578-1649), intitolata Adone morente fra le braccia di Venere (Cfr. scheda opera 56).

Per un'analisi del rapporto tra l'iconografia della morte di Adone e quella della passione di Cristo, e sull'influenza dell'Adone del Marino si rimanda all'articolo di Nicolette Mandarano, Pittura Parlante, Poesia Taciturna.

Ilaria Renna