48: Venere e Adone

Titolo dell’opera: Morte di Adone                                        

Autore: Lambert Sustris, detto Lamberto d’Asterdam (1510/1520- ca.1568)          

Datazione: 1620 ca.

Collocazione: Parigi, Museo del Louvre

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela (155 x 199 cm)

Soggetto principale:  Adone giace morto e Venere è svenuta per il dolore                        

Soggetto secondario: i putti scacciano il cinghiale               

Personaggi: Adone, Venere, Amore, ninfe, putti

Attributi: Amore, ninfe (Venere), arco, frecce, corno, cani, cinghiale (Adone), arco (Amore)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.educnet.education.fr/louvre/mort/mortado.htm

Bibliografia: Peltzer A., Chi è il pittore «Alberto de Ollanda»? in “Arte Veneta”, IV, 1950, pp. 118-122; Ballarin A., Profilo di Lamberto d’Amsterdam in “Arte Veneta”, XVI, 1962, pp.61-82; Puppi L., Aggiunta al catalogo del Sustris in Arte Veneta, XVII, 1964, pp.171-172.

Annotazioni redazionali: Lambert Sustris è un pittore olandese nato ad Amsterdam nel 1515/20. Egli fu molto influenzato dalla pittura veneziana e soprattutto da Tiziano specialmente per quanto riguarda la realizzazione dei paesaggi. Fu attivo a Roma, Venezia, Padova e, probabilmente insieme a Tiziano, in Bavaria alla corte di Carlo V. Morì a Venezia nel 1568 ca.. Questo dipinto rappresenta Venere, della quale la capigliatura è ornata da fili di perle, attributi della dea, svenuta in seguito alla scoperta del corpo del suo amante. Ella è accompagnata da Amore e dalle sue ninfe, (Bione di Smirne, II sec. A.C., Adofc03), delle quali una sostiene Venere che ha perso i sensi, un’altra sta alzando il corpo di Adone, ed infine una terza sta per stendere sul giovane un drappo rosso per coprirlo in segno di rispetto e per dissimulare una realtà così forte e triste quale quella della sua morte. I cani dello sventurato cacciatore sono vicino al loro padrone, mentre sullo sfondo dei putti, accorsi sul luogo della disgrazia, stanno cercando di allontanare e ricacciare nella foresta il cinghiale che durante la lotta ha ucciso Adone. L’opera di Sustris si ispira alle Metamorfosi di Ovidio (Adofc06); tuttavia se ne discosta per la resa patetica della scena. In Ovidio, infatti, Venere dopo aver scoperto il corpo di Adone, malgrado istantaneamente si disperi e si strappi le vesti e i capelli percuotendosi il petto, si riprende rapidamente in virtù della sua natura divina, e muta il sangue del giovane in anemoni (simbolo poetico della fragilità della vita umana) convertendo la scomparsa dell’amato in una vittoria sul tempo. Nel dipinto di Sustris, invece, la dea è rappresentata svenuta come fosse una semplice mortale. La disperazione, il dolore e la passione amorosa hanno preso il sopravvento su di lei che non riuscendo a sopportare la perdita di Adone, fugge con la mente dalla realtà per un temporaneo e misero sollievo. Adone, al centro del quadro, indossa degli eleganti stivali da caccia; il suo corpo è abbandonato tra le braccia della ninfa che lo sorregge, ma non ha ancora l’aspetto rigido della morte, anzi giustifica la reputazione della sua bellezza che lo accompagna fino alla fine. Lo sfondo campestre sta a testimoniare la circostanza della sua morte insieme al corno e le armi, arco e frecce, situati ai piedi di Adone. Non traspare da questa scena nessun elemento di violenza o di crudeltà; Sustris redige una versione della vicenda piena di pacatezza, misura e grazia, nonostante essa sia in realtà tragica nel suo contenuto. Infine, esclusivamente da un punto di vista iconografico, le posizioni e gli atteggiamenti di Venere e Adone, il quale è per di più disteso su un drappo rosso simbolo della passione di Cristo, richiamano l’iconografia sacra: ricordano, infatti, una Vergine Maria afflitta che sviene alla vista di Cristo morto e deposto dalla croce. La simbologia sacra è presente anche in opere di altri artisti quali Antonio Tempesta (Cfr. scheda opera 44), Laurent de La Hyre (Cfr. scheda opera 52), Poussin nel dipinto di Caen (Cfr. scheda opera 53), Alessandro Turchi (Cfr. scheda opera 56), Jusepe de Ribera nel dipinto di Cleveland (Cfr. scheda opera 60) e Cornelis Holsteyn (Crf. scheda opera 61).

Per un approfondimento su questa tematica e sull'influenza dell'Adone del Marino si rimanda all'articolo di Nicolette Mandarano, Pittura Parlante, Poesia Taciturna.

Ilaria Renna