41: Venere e Adone

Titolo dell’opera: Venere e Adone

Autore: JosephHeintz, il vecchio (1564-1609)

Datazione: 1590

Collocazione: Vienna, Kunsthistorisches Museum

Committenza: Rodolfo II (1552-1612)

Tipologia: incisione

Tecnica: olio su rame (40 x 31 cm)

Soggetto principale: Venere e Adone si abbracciano prima che Adone parta per la caccia

Soggetto secondario:

Personaggi: Venere, Adone, due amorini, due cani da caccia, aquila

Attributi: cani da caccia, armi (Adone); amorini (Venere)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:   http://cgfa.sunsite.dk/h/p-heintz1.htm

Bibliografia: Rodolfo II: imperatore, collezionista, protettore delle arti e alchimista, in “Il giornale dell'arte”, 6, 1988, N. 57, p. 13; http://www.wga.hu/frames-e.html?/html/h/heintz/joseph_e/adonis.html

 

Annotazioni redazionali: Joseph Heintz il vecchio, pittore svizzero, fu anche disegnatore, architetto e consigliere artistico. Membro di una famiglia di artisti, le sue prime opere risentono dell’influenza di Holbein. Tra il 1583 e il 1587 fu a Roma, dove si unì ad un gruppo di artisti tedeschi e fiamminghi. Copiò molte opere rinascimentali, specialmente Michelangelo, Raffaello e Polidoro da Caravaggio; visitò anche Firenze e Venezia, subendo l’influenza di Tintoretto, Tiziano e Veronese. Nel 1591 fu chiamato alla corte dell’imperatore Rodolfo II a Praga come ritrattista e pittore di corte. Ben presto fu di nuovo in Italia per realizzare copie, dipinti e fare da consigliere artistico all’imperatore. I dipinti di Heintz comprendono una gran varietà di soggetti; ma erano in particolare cari all’imperatore quelli di argomento erotico-mitologico. Praga grazie alla straordinaria personalità di Rodolfo tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo fu uno dei centri artistici e culturali più vivaci dell’Europa dell’epoca. Heintz, assieme a Von Aachen e Spranger fu uno dei creatori del cosiddetto “stile rudolfiano” caratterizzato da artificiosità, raffinatezza e bizzarria, elementi tipici del Manierismo. Questo dipinto di Heintz è un mirabile esempio di quei temi erotico-mitologici cari all’imperatore. Rappresenta infatti il congedo di Adone da Venere. I due innamorati sono raffigurati abbracciati, in un armonioso e sensuale intreccio di membra squisitamente manierista, avvolti quasi come in una spirale. Venere, infatti, cinge col braccio sinistro la spalla destra di lui, che è raffigurato di tergo, ma col viso rivolto allo spettatore. Il braccio sinistro di Adone, più in basso, cinge il fianco destro della dea, che a sua volta intreccia la sua gamba sinistra con la destra del giovane. Sofisticato il gioco di sguardi: in basso a destra uno dei cani dell’eroe sembra osservare incuriosito Venere, che a sua volta contempla languida Adone, cercando di convincerlo a non partire per la caccia e abbandonandosi a lui col suo corpo seducente. L’eroe sfugge lo sguardo della dea e osserva invece i due amorini, che nella parte sottostante del dipinto trattengono con un laccio l’altro cane da caccia. In basso a destra la lancia con cui il bel giovane si appresta ad affrontare il suo tragico destino e un’aquila, probabilmente simbolo dell’imperatore Rodolfo II, committente dell’opera.

Francesca Bove