Titolo dell’opera: Venere e Adone
Autore: Annibale Carracci (1560-1609)
Datazione: 1588-1590
Collocazione: Madrid, Museo del Prado
Committenza:
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tela (212 x 286 cm)
Soggetto principale: Venere e Adone
Soggetto secondario:
Personaggi: Venere, Adone, Cupido
Attributi: colombe (Venere); arco, cani (Adone); freccia (Cupido)
Contesto: scena all’aperto
Precedenti: Annibale Carracci, studio preparatorio per Venere e Adone, Madrid, Accademia di S. Fernando
Derivazioni: Annibale Carracci, Venere e Adone, olio su tela, 1595, Vienna, Kunsthistoricisces (http://www.wga.hu/art/c/carracci/annibale/1/venus_ad.jpg); Luigi Scaramuccia, Venere e Adone, acquaforte, 1665, Roma, Istituto Nazionale per la Grafica; Luigi Scaramuccia, Venere e Adone, acquaforte, 1665, Roma, Istituto Nazionale per la Grafica
Immagini: http://museoprado.mcu.es/img/Venus-Adonis-y-Cupido.gif
Bibliografia: L’opera completa di Annibale Carracci, a cura di Malafrina G., Rizzoli Editore, Milano 1976; Annibale Carracci: Venus, Adonis y Cupido, a cura di Alvarez-Garcillán Morales M., González Mozo A., Catalogo della mostra (Madrid, Museo del Prado, aprile-luglio 2005), Ed. Andrés İbeda de los Cobos, Madrid 2005
Annotazioni Redazionali: Le fonti ignoranoil quadro fino al 1666, anno in cui compare in un inventario dell’Alcazar. Precedentemente si conosceva solo un’altra tela di Carracci sullo steso tema, oggi conservata presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna (1595), che in realtà deriva da questa. Le due opere sono molto simili, solo che nella versione viennese figura un cane in più. Iconograficamente non si riscontrano particolarità di rilievo rispetto alla figurazione tradizionale. Cupido tiene la freccia in una mano e con l’altra indica la ferita inferta al petto di Venere; ai piedi della dea due colombe, suo attributo classico. Adone, vestito con pelliccia di animale a sottolinearne il ruolo di cacciatore, ha la lancia nella mano sinistra ed è circondato dai suoi cani da caccia. Esistono due studi preparatori per l’opera, uno per l’intera composizione (Madrid, Accademia di S. Fernando), l’altro per il braccio destro di Adone (Firenze, Uffizi). Nel 1793 la tela del Prado subì gravi danni nell’incendio che colpì l’Alcazar. Fu sottoposta ad un restauro solo nel 2002; grazie alle moderne tecnologie si è potuto analizzare il disegno sottostante il dipinto che ha rivelato i cambiamenti compositivi effettuati dal pittore bolognese. La figura di Adone è quella che ha subito i maggiori ripensamenti: nella prima stesura, la testa era volta verso lo spettatore, il braccio destro (quello che nella versione definitiva aderisce al busto e tiene un arco) era più in alto e teneva in mano una lancia. Queste modifiche obbligarono l’artista a cambiare la posizione del muso del cane bianco che precedentemente era rivolto verso sinistra, poichè il braccio alzato di Adone lo permetteva. Interessante è un’incisione di François Morel, conservata presso il Liceo Classico Rinaldi di Correggio (1800 ca.), che testimonia un’ulteriore variazione di Annibale Carracci sul tema di Venere e; in questo caso, però non conosciamo il dipinto originario.
Ilaria Lombardi