16: Venere e Adone

Titolo dell’opera: Venere e Adone

Autore: Giulio Romano

Datazione: 1516

Collocazione: Roma, Palazzi Vaticani, stanzino da bagno del Cardinal Bibbiena, parete settentrionale

Committenza: Cardinale Bibbiena (1470-1520)

Tipologia: dipinto murale

Tecnica: encausto

Soggetto principale: Venere e Adone adagiati sotto un albero

Soggetto secondario: 

Personaggi: Venere, Adone

Attributi:

Contesto: scena all’aperto

Precedenti: Giulio Romano, Venere e Adone, disegno a matita, 1516, Vienna, Albertina

Derivazioni: Giulio Romano, Venere e Adone, dipinto murale ad encausto, 1516, Roma, Palazzi Vaticani  

Immagini:

Bibliografia: Strass L., (a cura di), The Illustrated Bartsch, vol. 26, 1978; Hartt F., Giulio Romano, Hacker Art Books, New York 1981, pp. 31, 32; Jone R., Penny N., Raphael, Yale University Press, New Haven and London 1983, pp. 192, 193; Bernini Pezzini G., Massari S., Prosperi Valenti Rodinò S., (a cura di), Raphael invenit, Stampe da Raffaello nelle collezioni dell’Istituto Nazionale per la Grafica, Quasar ed., Roma 1985, p. 62; Ferino Pagden S., Zancan M. A., Raffaello. Catalogo completo, Contini ed., Firenze 1989, pp. 124, 125; Oberhuber K., Raffaello. L’opera pittorica, Electa, Milano 1999, pp. 182, 183;   

Annotazioni redazionali: la stufetta era la stanza da bagno del cardinale Bibbiena, collocata al terzo piano dei Palazzi Vaticani. Due lettere del Bembo permettono di datare gli affreschi dell’ambiente nella prima metà del 1516 e, conoscerne l’esecuzione sotto la direzione di Raffaello da parte della sua bottega. La stufetta è completamente ricoperta di grottesche, figure mitologiche, episodi della vita di Venere e amorini trainati da animali. Gli affreschi sono molto vicini alla decorazione della Domus Aurea di Nerone e delle Terme di Tito che erano conosciute da Raffaello con il nome di grotte, da cui il nome di grottesche dato alle decorazioni. Il riquadro ricordato come Venere e Adone è molto rovinato, tanto che è possibile vedere solo i due giovani senza alcun attributo, adagiati sotto un albero e intenti a guardarsi. All’Albertina di Vienna è conservato un disegno realizzato da Giulio Romano, preparatorio per l’affresco. Rispetto a quest’ultimo, nel disegno manca il paesaggio. Bartsch (1978), invece, indica le numerose incisioni tratte da questo affresco come Angelica e Medoro.      

Maria D’Adduogo