15: Venere e Adone

Titolo dell’opera: Morte di Adone

Autore: Sebastiano Luciani, detto Sebastiano del Piombo (1485-1547)

Datazione: 1512

Collocazione: Firenze, Uffizi

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela (189 × 285 cm)

Soggetto principale: Venere puntasi il piede con una rosa ascolta Cupido che gli indica Adone morente in secondo piano

Soggetto secondario:

Personaggi: Venere, Cupido, Adone, tre figure femminili, una figura maschile

Attributi: Amore alato (Venere); cinghiale (Adone)

Contesto: la scena si svolge all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: www.classicartrepro.com  

Bibliografia: Tempestini A., Sebastiano del Piombo tra Venezia e Roma: l’Adone morto degli Uffizi, in “Letture in San Pier Scheraggio” (Gli Uffizi: studi e ricerche), n. 7, Centro Di, Firenze 1991, pp. 45-53; Davidson Reid J., Oxford Guide to classical Mythology in the Arts, 1300-1990, Oxford University press, New-York-Oxford 1993, vol. I, pp. 26-27 

Annotazioni redazionali: il dipinto proveniente dalla collezione del cardinale Leopoldo de’ Medici, passò nel Guardaroba e da qui agli Uffizi nel 1798. L’iconografia del dipinto è sicuramente particolare dato che non è una trascrizione in immagine del mito narrato da Ovidio e vede tra l’altro la presenza di numerosi personaggi. Al centro della tela vi è Venere che seduta e nella posizione classica dello spinario si tiene il piede destro mentre Cupido le indica Adone morto in secondo piano a seguito dell’attacco del cinghiale. A destra di Venere si vedono tre figure femminili seminude e una figura maschile, metà uomo e metà animale. Una delle donne rivolta verso Venere le indica il personaggio maschile al margine della composizione, un’altra rivolta verso il personaggio maschile gli indica la dea. In secondo piano l’artista ha collocato Adone morto e, quasi nascosto tra la vegetazione, il cinghiale causa della morte del giovane. Questi personaggi sono stati indicati da Tempestini (1991) come le ninfe ed Eros che indicano a Venere e Pan il corpo di Adone morto. Secondo lo studioso la presenza delle tre ninfe sarebbe da collegare ad una incisione dall’Hypnerotomachia di Francesco Colonna, nell’edizione veneziana del 1499, dove si vedono le tre ninfe in atto di consolare Venere (Cfr. scheda opera 13). La presenza di Pan insieme alle ninfe dovrebbe collegarsi, sempre secondo lo studioso, ad un episodio mitologico che vede Pan, dio dei boschi, inseguire la ninfa Piti che per sfuggirgli si trasforma in fico. Dietro le tre ninfe è ben visibile un albero di fico. Il collegamento invece tra Pan e Adone sarebbe da ritrovarsi in un errore di trascrizione letteraria fatto da Plutarco nei suoi Moralia. Secondo Plutarco la notizia della morte di Pan sarebbe stata annunciata dall’isola di Paxi ai passeggeri di una nave con le parole: “Tamos, il grande Pan è morto”. Plutarco invece di Tamos avrebbe trascritto Thamus, che è il nome mesopotamico di Adone, cambiando il significato originario della frase in “l’onnipossente Adone è morto”. Può darsi che Agostino Chigi, probabile committente dell’opera, fosse a conoscenza di questo errore che nella letteratura antica ha legato la vicenda di Adone a quella di Pan, e che quindi abbia commissionato a Sebastiano del Piombo un’opera dove ci fossero entrambi i personaggi. (Tempestini, 1991). Il motivo di Venere che alla notizia della morte di Adone per correre si punge con la spina di una rosa bianca che il suo sangue tingerà di rosso si ritrova in Claudiano e in altri scrittori greci, mentre in opere di artisti successivi il tema della puntura sarà associato a Venere che cerca di trattenere Marte che rincorre Adone, legando quindi la morte del giovane non all’intervento del cinghiale ma a quello di Marte, oppure in un’altra versione del mito all’intervento di Marte trasformatosi in cinghiale (Cfr. scheda opera 17). 

Maria D’Adduogo