
Titolo dell’opera: Morte di Adone
Autore: Baldassarre Peruzzi (1481-1536)
Datazione: 1511-1512
Collocazione: Roma, Villa Farnesina, Sala delle Prospettive, parete nord
Committenza: Agostino Chigi (1465-1520)
Tipologia: dipinto murale
Tecnica: affresco
Soggetto principale: Venere si toglie una spina dal piede mentre Adone morto è in terra in secondo piano
Soggetto secondario:
Personaggi: Venere, Adone, figure femminili, figure maschili
Attributi: cinghiale (Adone)
Contesto: scena all’aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Marsicola C., Peruzzi, Beccafumi ed Agostino Chigi: storie complicate di senesi a Roma, in “Antologia di Belle Arti, 1980, pp. 149-164; Mogens N., La Villa Farnesina. Identificazione di un motivo ovidiano nella Sala delle Prospettive, in “Analecta Romana Instiuti Danici, 1993, XXI, pp. 213-218; Frommel C.L. (a cura di), La Villa Farnesina a Roma, Franco Cosimo Panini ed., Modena 2003, vol. I pp. 126-133, vol. II p. 192; Cieri Via C., L’arte delle metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, Lithos, Roma 2003, pp. 298-301
Annotazioni redazionali: la villa suburbana della Farnesina fu commissionata nel 1509 a Baldassarre Peruzzi dal banchiere senese Agostino Chigi. Fu detta Farnesina quando nel 1590 venne acquistata dal cardinale Alessandro Farnese. Al piano nobile della villa si trova la Sala delle Prospettive, detta così dalle prospettive architettoniche che furono dipinte dal Peruzzi e che il 28 agosto 1519 ospitò il banchetto per le nozze di Agostino Chigi e Francesca Ordeasca. L’ambiente era infatti destinato ad ospitare udienze, cerimonie e rappresentazioni teatrali. Le prospettive sono unite in alto da un fregio che percorre tutta la sala e che contiene una serie di motivi dipinti ispirati per la maggior parte alle metamorfosi di Ovidio. Al centro della prima scena della parete del camino, Peruzzi raffigura Venere seduta e intenta a togliersi una spina dal piede secondo una versione del mito di Venere e Adone non narrata da Ovidio, che vede Venere pungersi il piede con la spina di una rosa bianca che il suo sangue tingerà di rosso. Intorno alla dea ci sono numerose figure femminili, alcune intente ad aiutarla come quella inginocchiata ai suoi piedi e che regge un panno bianco, altre invece intente a raccogliere rose. La scena secondo Frommel (2003) verte più sull’origine della rosa rossa che sulla morte di Adone. In secondo piano Peruzzi ha realizzato la figura di Adone morto che in realtà sembra quasi essere dormiente. Il giovane ha il corpo coperto solo da un panno blu che lascia scoperto il torace e permette di veder la ferita mortale causata dal cinghiale. Quest’ultimo è a pochi passi da Adone. Sullo sfondo si vedono delle figure maschili poco riconoscibili: in piedi due uomini che stanno parlando tra loro, vicino altri due uomini piegati sulle ginocchia. Infine l’iconografia di Venere e Adone è molto simile a quella di soggetto analogo di Sebastiano del Piombo (Cfr. scheda opera 15).
Maria D’Adduogo