1623
GIOVAN BATTISTA MARINO, L'Adone, poema del cavalier Marino. Alla maestà christianissima di Lodovico il decimoterzo, re di Francia, et di Navarra. Con gli argomenti del conte Fortuniano Sanvitale, et l'allegorie di don Lorenzo Scoto, in Parigi presso Oliviero di Varano, alla strada di San Giacomo, alla Vittoria, 1623
Il testo del poema è consultabile su http://it.wikisource.org/wiki/Adone. Riportiamo il Titolo, l’Allegoria e l’Argomento dei vari canti, seguiti dal link relativo.
Canto Primo: LA FORTUNA
Allegoria
Nella sferza di rose e di spine con cui Venere batte il figlio si figura la qualità degli amorosi piaceri, non giamai discompagnati da' dolori. In Amore che commove prima Apollo, poi Vulcano e finalmente Nettuno, si dimostra quanto questa fiera passione sia potente per tutto, eziandio negli animi de' grandi. In Adone che con la scorta della Fortuna dal paese d'Arabia sua patria passa all'isola di Cipro, si significa la gioventù che sotto il favore della prosperità corre volentieri agli amori. Sotto la persona di Clizio s'intende il signor Giovan Vincenzo Imperiali, gentiluomo genovese di belle lettere, che questo nome si ha appropriato nelle sue poesie. Nelle lodi della vita pastorale si adombra il poema dello Stato rustico, dal medesimo leggiadramente composto.
Argomento
Passa in picciol legnetto a Cipro Adone
dale spiagge d'Arabia, ov'egli nacque.
Amor gli turba intorno i venti e l'acque,
Clizio pastor l'accoglie in sua magione.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_I
Canto Secondo: IL PALAGIO D’AMORE
Allegoria
Le ricchezze della casa d'Amore e le sculture della porta di essa, contenenti l'azzioni di Cerere e di Bacco, ci danno a conoscere le delizie della sensualità, e quanto l'uno e l'altra concorrano al nutrimento della lascivia. Le cinque torri comprese nel detto palazzo son poste per essempio de' cinque sentimenti umani, che son ministri delle dolcezze amorose; e la torre principale, ch'è più elevata dell'altre quattro, dinota in particolare il senso del tatto, in cui consiste l'estremo e l'eccesso di simili dilettazioni. La soavità del pomo gustato da Adone ci insegna che per lo più sogliono sempre i frutti d'amore essere nel principio dolci e piacevoli. Il giudicio di Paride è simbolo della vita dell'uomo, a cui si rappresentano innanzi tre dee, cioè l'attiva, la contemplativa e la voluttaria; la prima sotto nome di Giunone, la seconda di Minerva la terza di Venere. Questo giudicio si commette all'uomo, a cui è dato libero l'arbitrio della elezzione, perché determini qual di esse più gli piaccia di seguitare. Ed egli per ordinario più volentieri si piega alla libidine e al piacere che al guadagno o alla virtù.
Argomento
Al palagio, ov'amor chiude ogni gioia,
ne van Clizio e Adone in compagnia.
Clizio gli prende a raccontar per via
il gran giudicio del pastor di Troia.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_II
Canto Terzo: L’INNAMORAMENTO
Allegoria
In Amore, che ferisce il cuore alla madre, si accenna che questo irreparabile affetto non perdona a chi che sia. In Venere, che s'innamora d'Adone addormentato, si dinota quanto possa in un animo tenero la bellezza, eziandio quando ella non è coltivata. Nella medesima, che volendo guadagnarsi l'affezzion d'Adone cacciatore, prende la sembianza della dea cacciatrice e d'impudica si trasforma in casta, s'inferisce che chiunque vuole adescare altrui si serve di que' mezzi a' quali conosce essere inclinato l'animo di colui che disegna di tirare a sé, e che molte volte la lascivia viene mascherata di modestia; né si trova femina così sfacciata, ch'almeno insu i principi non si ricopra col velo della onestà. Nella rosa tinta del sangue di essa dea ed a lei dedicata, si dimostra che i piaceri venerei son fragili e caduchi; e sono il più delle volte accompagnati da aspre punture o di passione veemente o di pentimento mordace.
Argomento
Mentreché stanco Adon dorme insu'l prato,
la bella Citerea n'arde d'amore.
Egli si desta e pien di pari ardore
vassene seco inver l'ostel beato.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_III
Canto Quarto: LA NOVELLETTA
Allegoria
La favola di Psiche rappresenta lo stato dell'uomo. La città dove nasce, dinota il mondo. Il re e la reina, che la generano, significano Iddio e la materia. Questi hanno tre figliuole, cioè la Carne, la Libertà dell'arbitrio e l'Anima; laqual non per altro si finge più giovane, se non perché vi s'infonde dentro dopo l'organizzamento del corpo. Descrivesi anche più bella, percioch'è più nobile della Carne e superiore alla Libertà. Per Venere, che le porta invidia, s'intende la Libidine. Costei le manda Cupidine, cioè la Cupidità, laquale ama essa Anima e si congiunge a lei, persuadendole a non voler mirar la sua faccia, cioè a non volere attenersi ai diletti della concupiscenza né consentire agl'incitamenti delle sorelle Carne e Libertà. Ma ella a loro instigazione entra in curiosità di vederlo e discopre la lucerna nascosta, cioè a dire palesa la fiamma del disiderio celata nel petto. La lucerna, che sfavillando cuoce Amore, dimostra l'ardore della concupiscibile, che lascia sempre stampata nella carne la macchia del peccato. Psiche, agitata dalla Fortuna per diversi pericoli e dopo molte fatiche e persecuzioni copulata ad Amore, è tipo della istessa anima, che per mezzo di molti travagli arriva finalmente al godimento perfetto.
Argomento
Giunto al'albergo de' vezzosi inganni
il bell'Adon, là dov'Amor s'annida,
gli conta Amor, che lo conduce e guida,
le fortune di Psiche e i propri affanni.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_IV
Canto Quinto: LA TRAGEDIA
Allegoria
Per Mercurio, che mettendo Adone in parole gli persuade con diversi essempi a ben amar Venere, si dimostra la forza d'una lingua efficace e come l'essortazioni de' perversi ruffiani sogliono facilmente corrompere un pensier giovanile. Ne' favolosi avvenimenti di que' giovani da esso Mercurio raccontati, si dà per lo più ad intendere la leggerezza ed incostanza puerile. In Narciso è disegnata la vanità degli uomini morbidi e deliziosi iquali, non ad altro intesi che a compiacersi di sé medesimi e disprezzatori di Eco, ch'è figura della immortalità de' nomi, alla fine si trasformano in fiori, cioè a dire che se ne muoiono miseramente senza alcun pregio, poiché niuna cosa più di essi fiori è caduca e corrottibile. In Ganimede fatto coppier di Giove, vien compreso il segno d'aquario, ilqual con larghissime e copiosissime piogge dà da bere a tutto il mondo. Per Ciparisso mutato in cipresso, siamo avertiti a non porre con ismoderamento la nostra affezzione alle cose mortali, accioché poi mancandoci, non abbiamo a menar la vita sempre in lagrime ed in dolori. Ila, come accenna l'importanza della voce greca, non vuol dir altro che selva ed è amato da Ercole, percioché Ercole come cacciatore di mostri, era solito di frequentar le foreste. Atide, infuriato prima e poi divenuto pino per opera di Cibele, ci discopre quanto possa la rabbia della gelosia nelle donne attempate, quando con isproporzionato maritaggio si ritrovano a giovane sposo congiunte. La rappresentazione d'Atteone ci dà ammaestramento quanto sia dannosa cosa il volere irreverentemente e con soverchia curiosità conoscere de' secreti divini più di quelche si conviene e quanto pericolo corra la gioventù di essere divorata dalle proprie passioni, seguitando gli appetiti ferini.
Argomento
Entra il garzon per dilettosa strada
nel bel palagio infra delizie nove.
Seco divisa il messaggier di Giove,
poi con scene festive il tiene a bada.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_V
Canto Sesto: IL GIARDINO DEL PIACERE
Allegoria
Sotto la figura del giardino ci vien rappresentato il Piacere. Nelle cinque porte si sottointendono i cinque sentimenti del corpo. Nel cristallo e nel zaffiro della prima porta si significa la materia dell'occhio, ch'è l'organo della vista. Nel cedro della seconda il senso dell'odorato. Nella favoletta del pavone si dinota la maravigliosa fabrica del fermamento. Ama la colomba, percioché sicome in effetto questi due uccelli, secondo i naturali, si amano insieme, così tutte le luci superiori sono mosse e regolate dal divino amore. È trasformato da Giove, perché dal sommo artefice Iddio ebbe quello, come ogni altro cielo, la materia e la forma. Fingesi servo d'Apollo e da lui gli sono adornate le penne della varietà di tanti occhi, per essere il sole vivo fonte originale di tutta la luce, che poi si communica alle stelle. Ne' diversi oggetti, passatempi e trattenimenti piacevoli si adombrano le voluttà sensuali.
Argomento
Al giardin del Piacer col giovinetto
sen va la dea del'amorosa luce.
Per le porte de' sensi indi il conduce
di gioia in gioia al'ultimo diletto.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_VI
Canto Settimo: LE DELIZIE
Allegoria
L'argento della terza porta ha proporzione con la materia dell'orecchio, sicome l'avorio e il rubino della quarta si confanno con quella della bocca. Le due donne, che nel senso dell'udito ritrova Adone, son la Poesia e la Musica. I versi epicurei cantati dalla Lusinga alludono alle dolci persuasioni di queste due divine facoltà, qualora, divenute oscene meretrici, incitano altrui alla lascivia. Le ninfe, che nel senso del gusto dal mezzo in giù ritengono forma di viti ed abbracciano e vezzeggiano chi loro si accosta, son figura della ebrietà, laqual suol essere molto trabocchevole agl'incentivi della libidine. Il nascimento di Venere, prodotta dalle spume del mare, vuol dire che la materia della genitura, come dice il filosofo, è spumosa e l'umore del coito è salso. Il natal d'Amore, celebrato con festa ed applauso da tutti gli animali, dà a conoscere la forza universale di questo efficacissimo affetto, da cui riceve alterazione tutta quanta la natura. Pasquino, figlio di Momo e della Satira, che per farsi grato a Venere le manda a presentare la descrizione del suo adulterio, dimostra la pessima qualità degli uomini maledici, i quali eziandio quando vogliono lodare non sanno senon dir male. Vulcano, che fabrica la rete artificiosa, è il calor naturale, ch'ordisce a Venere ed a Marte, cioè al disiderio dell'umano congiungimento, un intricato ritegno di lascive e disoneste dilettazioni. Sono i loro abbracciamenti discoverti dal Sole, simulacro della prudenza, percioché questa virtù col suo lume dimostra la bruttura di quell'atto indegno e la fa conoscere e schernire da tutto il mondo.
Argomento
Accenti di dolcissima armonia
ascolta Adon tra suoni e balli e feste;
s'asside a mensa con la dea celeste
e le lodi d'amor canta Talia.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_VII
Canto Ottavo: I TRASTULLI
Allegoria
Il Piacere, che nel giardino del tatto sta in compagnia della Lascivia, allude alla scelerata opinione di coloro che posero il sommo bene ne' diletti sensuali. Adone che si spoglia e lava, significa l'uomo che, datosi in preda alle carnalità e attuffandosi dentro l'acque del senso, rimane ignudo e privo degli abiti buoni e virtuosi. I vezzi di Venere, che con essolui si trastulla, vogliono inferire le lusinghe della carne licenziosa e sfacciata, laquale ama e accarezza volentieri il diletto.
Argomento
Perviene Adone ale delizie estreme
e, prendendo tra lor dolce trastullo,
l'innamorata diva e'l bel fanciullo
ala meta d'amor giungono insieme.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_VIII
Canto Nono: LA FONTANA D’APOLLO
Allegoria
Nella persona di Fileno, nome dell'amore, il poeta descrive sestesso con gran parte degli avvenimenti della sua vita. Fingesi pescatore per aver egli il primo, almeno in quantità, composte in volgar lingua poesie marittime. La fontana d'Apollo in Cipro altro non importa che la copia della vena poetica, laquale oggidì sovrabonda pertutto, massime in materie liriche ed amorose. L'armi intagliate in essa son simulacri di nove famiglie d'alcuni prencipi principali d'Italia, protetori delle muse italiane, cioè Savoia, Este, Gonzaga, Rovere, Farnese, Colonna, Orsino e precisamente Medici, sicome l'insegna de' gigli scolpita a piè d'Apollo istesso rappresenta lo scudo della casa reale di Francia: La lite de' cigni esprime il concorso d'alcuni buoni poeti toscani che gareggiano nella eccellenza, cioè il Petrarca, Dante, il Boccaccio, il Bembo, il Casa, il Sannazzaro, il Tansillo, l'Ariosto, il Tasso ed il Guarini. Nel gufo e nella pica si adombrano qualche poeta goffo e moderno e qualche poetessa ignorante.
Argomento
Vanno al fonte d'Apollo i fidi amanti,
mirano l'armi de' più degni eroi;
quivi in forma di cigni ascoltan poi
de' toscani poeti i versi e i canti.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_IX
Canto Decimo: LE MARAVIGLIE
Allegoria
Che Adone sotto la condotta di Mercurio e di Venere saglia in cielo, ci disegna che con la favorevole costellazione di questi due pianeti può l'intelletto umano sollevarsi alle più alte specolazioni eziandio delle cose celesti. La grotta della Natura, posta nel cielo della luna, con tutte l'altre circostanze, allude all'antica opinione che stimava in quel cerchio ritrovarsi l'idee di tutte le cose; ed essendo ella così prossima al mondo elementare, madre della umidità e concorrente insieme col sole alla generazione, meritamente le si attribuisce la giuridizione sopra le cose naturali. L'isola de' sogni, che nel medesimo luogo si finge, esprime il dominio e la forza che ha quel pianeta sopra l'ombre notturne e sopra il cerebro umano. La casa dell'Arte, situata nella sfera di Mercurio, lo studio delle varie scienze, la biblioteca de' libri segnalati, l'officina de' primi inventori delle cose, il mappamondo, dove si scorgono tutti gli accidenti dell'universo ed in particolare le moderne guerre della Francia e della Italia, sono per darci ad intendere la qualità di quella stella, potentissima, quando è ben disposta, ad inclinare gli uomini alla virtù e ad operare effetti mirabili in coloro che sotto le nascono.
Argomento
Di sfera in sfera colassù salita
Venere con Adone in ciel sen viene,
a cui Mercurio poi quanto contiene
il maggior mondo in picciol mondo addita.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_X
Canto Undicesimo: LE BELLEZZE
Allegoria
Per la luce, che circonda l'ombre delle donne belle, s'intende la bellezza, laqual da' platonici fu detta raggio di Dio. Nella Fama, che seguita la reina Maria de' Medici e parla delle sue grandezze, si comprende che la loda va sempre dietro alla virtù, e che le azzioni generose ed illustri non restano giamai senza la meritata gloria. In Mercurio, ch'a' prieghi d'Adone calcolandogli la figura della natività e pronosticandogli la morte, vien confutato da Venere, si dinota quanto sia grande l'umana curiosità di volere intendere le cose future e quanto poco si debba credere alla vanità dell'astrologia giudiciaria.
Argomento
Bellezze a contemplar d'alme divine
sen poggia al terzo ciel la coppia lieta,
e degli effetti di quel bel pianeta
scopre lo dio facondo alte dottrine.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_XI
Canto Dodicesimo: LA FUGA
Allegoria
Dalla Gelosia, che va col suo veleno ad infettare il cor di Marte nel colmo de' maggior trionfi, si conosce che niun petto, per forte che sia ed in qualsivoglia stato, può resistere alla violenza di questa rabbia. Dal cagnolino che lusinga e guida Adone si discopre l'affetto verso le cose terrene, da cui si lascia l'uomo assai sovente trasportare alla traccia de' beni temporali, ombreggiati nella cerva dalle corna d'oro. Il serpente guardiano del passo, cangiato dalla maga in sì fatta forma, dimostra il misero stato di chi cerca l'occasioni del peccare, per laqual cosa perdendo l'umana effigie, ch'è ritratto della divina somiglianza, vien condannato a vivere bestialmente nelle tenebre come cieco. Nel giardino della fata de' tesori, tutto piantato d'oro e seminato di gemme, ci viene espressa la commodità delle ricchezze, che son di notabile importanza a conseguir le lascivie. Falsirena travagliata da due contrari pensieri, vuol dinotarci l'anima umana, agitata quindi dalla tentazione dell'oggetto piacevole e quinci dal rispetto dell'onesto. Le due donzelle che la consigliano, ci figurano la ragionevole e la concupiscibile, che ci persuadono quella il bene e questa il male.
Argomento
Dala tartarea sua caverna oscura
la Gelosia pestifera si parte
e, mentre col suo tosco infuria Marte,
Adon sen fugge e trova alta ventura.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_XII
Canto Tredicesimo: LA PRIGIONE
Allegoria
La prigionia d'Adone con tutti gli strazi che sopporta da Falsirena, ci fa scorgere gli effetti della superbia, quando per esser disprezzata entra in furore, e la vita tribulata del peccatore, quando addormentato nel vizio ed impigrito nella consuetudine, si lascia legare dalle catene delle pericolose tentazioni. Il cangiarsi in uccello è mistero della leggerezza giovanile, che, vaneggiando, non ha ne' suoi amorosi pensieri giamai fermezza. La fontana, in virtù della cui acqua egli ritorna al suo primo essere, allude alla divina grazia, laqual col mezzo della penitenza restituisce all'uomo la sua vera imagine, già contrafatta per lo peccato. Vulcano è simbolo di Satana, zoppo per la privazione d'ogni bene, brutto per la perdita de' doni della grazia, abitatore di caverne per la stanza delle tenebre infernali, destinato all'essercizio del fuoco per lo ministerio delle fiamme eterne. L'uno, dopo l'avere incatenato Adone, cerca d'ucciderlo; e l'altro, dopo l'aver sottoposto l'uomo alla sua tirannide procura intutto di dar morte all'anima. Senonché Mercurio, figura della celeste e vera sapienza, lo consiglia, l'aiuta e rende vane tutte quante le diaboliche insidie. La noce d'oro, ch'aperta somministra altrui lautissime mense, oltre l'esser simbolo della perfezzione e della bontà, vuol significare che l'oro si fa abondanza in qualsivoglia luogo, ancorché sterile, e che al ricco non manca da vivere morbidamente nelle penurie maggiori. L'Interesse con l'orecchie asinili, che non gode della dolcezza dell'armonia, anzi l'aborre, ci rappresenta l'avarizia e l'ignoranza, che non si curano di poesie né si compiacciono di musiche. La trasformazione della fata e sue donzelle in bisce adombra l'abominevole condizione delle bellezze terrene e delle delizie temporali, lequali paiono altrui in vista belle, ma son piene di difformità e di veleno.
Argomento
Tenta la maga invan l'arti profane,
poi schernir cerca Adon sott'altra forma;
l'addormenta, l'inganna e lo trasforma;
egli fugge, altri il segue, ella rimane.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_XIII
Canto Quattordicesimo: GLI ERRORI
Allegoria
Il travestirsi d'Adone in arnesi da donna vuole avertirci l'abito molle della gioventù effeminata. L'esser preso da' ladroni, il fuggire, il poi di nuovo incappare, il dar nelle mani del selvaggio ed alla fine l'esser fatto un'altra volta prigioniero, può dimostrarci le difficoltà ed i pericoli che si attraversano al godimento della umana contentezza. La morte di Malagorre ucciso da Orgonte ci avisa il giudicio della divina giustizia, che molte volte a punire i malvagi suol servirsi del mezzo degl'istessi malvagi. La caduta d'Orgonte ci dinota il fine dove va a parar la superbia, laqual quanto più arrogantemente presume d'opprimere altrui, tanto più profondamente viene a precipitare. Il caso di Filauro e di Filora, che infin dal nascimento sono accompagnati dalle sciagure, ci disegna la vita travagliata di quegl'infelici orfani, che nascono alle tribulazioni ed alle miserie. L'avvenimento di Sidonio e di Dorisbe, le cui tragiche fortune vanno a terminarsi in allegrezze, ci rappresenta il ritratto d'un vero e leale amore, che, quando non ha per semplice fine la libidine, ma è guidato dalla prudenza e regolato dalla temperanza e dalla modestia, spesso sortisce buon successo. La severità d'Argene, laqual pure al compassionevole oggetto de' loro amorosi accidenti alla fine si placa e muove a pietà, ci significa il rigore del divino sdegno, ilqual non può fare di non intenetirsi quando vede patire per bontà l'innocenza o dolersi d'aver peccato per debolezza la fragilità.
Argomento
Ascolta di Sidonio i tristi amori
più volte preso e liberato Adone;
condotto a Pafo e dal gentil barone
difeso poi, ritorna ai primi errori.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_XIV
Canto Quindicesimo: IL RITORNO
Allegoria
Adone che, dopo i disturbi di molte persecuzioni, si riconduce finalmente a Venere, ci dichiara che l'uomo abituato nel peccato, ancorché talvolta per alcun tempo impedito da qualche travaglio si distorni dal male, facilmente per ogni picciola tentazione ritorna all'antica consuetudine. Il giuoco degli scacchi ci fa conoscere i passatempi e le dilettazioni con cui lo va trattenendo la voluttà per desviarlo dal bene, lequali nondimeno non sono altro che combattimenti e battaglie. La trasformazione di Galania in tartaruga ci rappresenta la natura di questo animale, ch'è molto venereo.
Argomento
Scopre al suo vago con astuto ingegno
Cipria i passati casi; il mena al loco
de' primi amori, indi a Galania in gioco
muta la forma, a lui promette il regno.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_XV
Canto Sedicesimo: LA CORONA
Allegoria
Nella descrizzione del tempio di Venere si ombreggiano diversi effetti d'amore. Nelle due porte principali, l'una d'oro fiorita, l'altra di ferro spinosa, si dimostra il suo incominciamento dilettevole col fine doloroso. Così nell'altre particolarità di esso tempio si discoprono parimente l'altre condizioni della sua natura. Nella elezzione d'Adone assunto al reame si allude all'antico costume de' popoli persiani, iquali non solevano accettare re che di bella presenza non fusse, perché dai sembianti del corpo argomentavano le qualità dell'animo. Nella malizia di Barrino che rubando la corona ad Adone s'ingegna di preoccupargli il regno, si disegna il vero ritratto della fraude, laqual cerca di prevalere al merito, ma alla fine ne riesce con danno e con infamia. Nella insolenza di Luciferno, saettato ed ucciso da Cupidine per voler contravenire alla disposizione dell'oracolo, si manifesta quanto invano tenti l'umana audacia di resistere alla divina volontà, a cui opponendosi ne viene severamente punita. Nella difformità di Tricane Cinofalo, nano, zoppo e contrafatto, ilqual trasformato dagl'incanti di Falsirena, viene in apparenza di bello a concorrere con gli altri all'acquisto della corona, ma discoverto poi per opera di Venere, ne riceve vergogna e ludibrio, si figurano le brutture de' vizi e de' costumi bestiali, nascoste dalla ipocrisia sotto velo di bontà, lequali però non fanno che gli scelerati non vogliano talora ambire le dignità ed aspirare agli onori, ma conosciuti mercé del lume della verità per quelche sono, non solo le più volte ne rimangono esclusi, ma ne sono scherniti dal mondo.
Argomento
Di graziosi e nobili donzelli
concorre al paragon diverso stuolo,
ma, mercé dela diva, Adone è solo
essaltato alo scettro infra i più belli.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_XVI
Canto Diciassettesimo: LA DIPARTITA
Allegoria
Per la dolorosa separazione d'Adone e di Venere dassi altrui a divedere con quanta pena e difficoltà si priva la carne del suo godimento sensibile. Per Tritone, mostro marino che, cavalcato da Venere ed allettato dalla promessa del premio amoroso, di qua e di là con larghe ruote trascorre il mare, si figura l'uomo sensuale, mezzo bestia quanto alla parte inferiore, ilqual posseduto e signoreggiato dalla volontà che gli promette piaceri e dolcezze, immerso dentro il pelago di questo mondo, va per esso delcontinovo senza alcun riposo con tortuosi errori vagando. Per Glauco, che in virtù d'un'erba mirabile, lavato da cento fiumi, di pescatore diventa dio, si disegna lo stato di colui ch'entrando nel gusto della vera sapienza e con l'acque della vera penitenza purgandosi delle macchie del senso, prende forma e qualità divina ed acquista la beatitudine e l'immortalità. Per la festa degl'iddii e delle ninfe del mare, ch'arridono al passaggio della dea, si ombreggia la salsedine essere amica alla generazione, come quella che per lo suo calore ed acrimonia è provocatrice della lussuria.
Argomento
Dal caro suo con lagrime e sospiri
prende congedo Venere dolente;
poi di Triton su'l tergo alteramente
solca tranquilli i liquidi zaffiri.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_XVII
Canto Diciottesimo: LA MORTE
Allegoria
Nella congiura di Marte e di Diana contro Adone si dà a conoscere che tanto l'animo bellicoso quanto il casto sogliono odiare il brutto piacere; l'uno come occupato nelle asprezze della milizia, intutto contraria alle morbidezze dell'ozio, per sua generosità lo sdegna; l'altro per propria virtù è inclinato ad aborrire tutte quelle licenze che trappassano i confini della modestia. Nella morte d'Adone ucciso dal cinghiale si fa intendere che quella istessa sensualità brutina di cui l'uomo seguita la traccia è cagione della sua perdizione. Nel pianto di Venere sopra il morto giovane si figura che un diletto lascivo amato con ismoderamento, alla fine mancando, non lascia senon dolore. Nella scusa che fa il porco con la dea, si dinota la forza della bellezza, che può alle volte commovere gli animi eziandio ferini e bestiali. Nel tradimento d'Aurilla, che pentita finalmente si uccide ed è da Bacco trasformata in aura, si disegnano gli effetti dell'ira, dell'avarizia, della ebrietà e della leggerezza.
Argomento
Spinta da Falsirena Aurilla infida
dà del rival di Marte a Marte aviso;
poiché dal fier cinghiale il vede ucciso
il gran dolor fa che sestessa uccida.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_XVIII
Canto Diciannovesimo: LA SEPOLTURA
Allegoria
Con la visita de' quattro dei amici di Venere, iquali vengono a condolersi con essolei, si allude a quattro cose che concorrono a fomentar la lascivia. Per Cerere s'intende la crapula, per Bacco l'ebrietà, per Tetide l'umor salso e per Apollo il calor naturale. Le favole di Giacinto, di Pampino, d'Acide, di Carpo, di Leandro, d'Achille e d'Adone istesso, morti nella più fresca età per fortunosi accidenti e trasformati per lo più in fiori o in altre sostanze fragili, son poste o per significare naturalmente l'effetto e la qualità di quelle cose che son figurate in essi o per esprimere moralmente la vanità della gioventù e la brevità della bellezza.
Argomento
Mentre Venere piagne e si lamenta
è visitata dagli amici dei;
sepolto in nobil tomba è poi da lei
il morto Adon, che vago fior diventa.
VAI AL TESTO:http://it.wikisource.org/wiki/Adone/Canto_XIX
Canto Ventesimo: GLI SPETTACOLI
Allegoria
I giuochi adonii instituiti da Venere nell'essequie d'Adone, sono per farci intendere che quegli amici, i quali veramente di cuore amano, non lasciano con tutte l'ufficiose dimostrazioni possibili d'onorare eziandio dopo la morte la memoria di coloro che hanno amati in vita. Nella giostra, che dopo il tirar dell'arco, il ballo, la lotta e la scherma de' due precedenti, è lo spettacolo del terzo ed ultimo giorno, oltre i cavalieri barbari che v'intervengono, sono adombrate molte famiglie principali d'Italia. Tra le romane ven'ha primieramente quattro che vengono da pontefici, come Farnesi, Peretti, Aldobrandini e Borghesi. L'altre che seguono sono Colonnesi, Orsini, Conti, Savelli, Gaetani, Sforzi, Cesarini, Cesi, Crescenzi, Frangipani, Molari, Cafarelli, Santacroci e Mattei. Vi si aggiugne di più il giovane sposo Lodovisio, nipote di papa Gregorio il decimoquinto, congiunto ultimamente in matrimonio con la Gesualda, principessa di Venosa. Per la persona di Sergio Carrafa s'intende il prencipe di Stigliano, che così, per quanto dicono, si chiamò il primo capo di quella casa. Ne' tre fratelli che vengono appresso si figurano i tre figliuoli secolari del serenissimo duca di Savoia; l'uno è detto Doresio dalla Dora, fiume del Piemonte; l'altro Alpino dall'Alpi, presso allequali è il dominio di que' prencipi; il terzo Leucippo, che vuol dire cavallo bianco, ilquale è la divisa antica di quelle altezze. I due che sono gli ultimi a comparire rappresentano Spagna e Francia. Austria si nomina la guerriera, ch'è il cognome dell'una; Fiammadoro il cavaliere, cioè Oriflamma, ch'è l'istoria nota dello scudo dell'altra. A quella si danno ed il leone e l'aquila, l'uno per esser l'arme di Castiglia, l'altra per la possessione dell'Imperio e l'uno e l'altra come geroglifici della magnanimità. A questo si danno il giglio ed il gallo, l'uno per significare il sudetto scudo, l'altro perché allude al nome della Gallia ed è dedicato a Marte, che predomina quella nazione. Nella battaglia che passa tra loro si accennano le guerre passate; e negli amori che succedono tra amendue si dinota il maritaggio seguito tra questa corona e quella. Il pronostico d'Apollo sopra lo scudo di Vulcano contiene le lodi del re Lodovico ed in breve compendio tutti i progressi della guerra mossa contro gli ugonotti.
Argomento
Dopo l'essequie nobili e pompose
Venere instituisce i giochi estremi
e, compartiti ai vincitori i premi,
il vel si squarcia ale future cose.
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