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1613

GIUSEPPE HOROLOGGI, Annotazioni a Le Metamorfosi di Ovidio ridotte da Giovanni Andrea dell’Anguillara in ottava rima, Venezia, 1613

 

Annotationi del Decimo Libro

La favola di Adone ci fa vedere quanto sia pronta la bellezza figurata per Venere ad amare il soave piacere d'Amore, figurato per Adone poi che quella Venere non finta che regnò in Cipro, diede leggi, e persuase tutte le donne per goder' interamente quel piacere, che procacciassero per qual si voglia modo, di essere abbracciate senza alcun freno di vergogna da gli huomini, non tenendo alcun conto di adulteri o stupri; oltra che introdusse fra i Soriani che fussero condotte le vergini a i lidi del mare, a fin che passando i legni de forestieri, overo facendo scala in quei lidi, levassero loro il fiore della virginità tanto stimato, dove si vive religiosamente; è ferito Adone dal Cinghiale, quando il piacere amoroso è sturbato da gli infelici e fieri successi, che avengono per caginoe della gelosia, overo di invidia nelle cose d'Amore; come quello che non vuole alcuna cosa dura, fiera, ne aspra, ma che ogni sua cosa sia sempre piena di dolcezza, sempre in gioia, e sempre in stato felice, da il sangue di Adone, che è il soave piacer'amoroso, pigliano colore le rose perche nella staginoe di questo soavissimo fiore, pare che tutti i cuori si sentano infiammare dal desiderio di godere la bellezza la quale si va scoprendo in gran parte nelle Rose, poi che i Poeti non hanno trovato simiglianza piu propria alla bellezza delle donne, di quella della Rosa, simigliando el loro guancie alle rose, il colore delle quali è cosi grato all'occhio, come l'odore, all'odorato; si duole Venere per la morte di Adone quando la bellezza rimane priva del soavissimo piacere di Amore.