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1375-1377

GIOVANNI dei BONSIGNORI, Ovidio Metamorphoseos vulgare, capp. 29-30; 37

(edizione critica a cura di Ardissimo E., Bologna 2001)

 

Come Venere se innamorò de Adon. Capitulo XXIX

Con ciò sia cosa che Adon nascesse della sua sorella, cioè gli era sorella e madre, elli in breve tempo creve e fatto fu uomo fortissimo, intanto che lla dea Venere se 'namorò de lui. E tenendo Venere l'amore del suo figliuolo nelle ferite, Cupido tolse le saette e piano e debelmente saettò la madre 108. Allora Venere cominciò a redargoire e reprendere el figliuolo, ma impertanto ella era presa de l'amore de Adon, tanto che ogni cosa abandonava per seguir lui.

 

Come Adon va alla caccia amaestrato dalla dea Venere. Capitulo XXX

Andando Adon cacciando, e la dea Venere l'accompagnava, dato che non fosse suo officio de andare per le selve cacciando, e sì andava per le contrade de Diana e sì vedea li animali e le fiere prede, cioè li porci e li cervi, e sì atizzava li cani; ma guardavase dalli porci salvati chi e feroci, ed anche dalli lupi rapaci, anche dalli serpenti e dalli leoni. E sì ammonia Adon e dicea: «Fa che tu si' forte con li animali fugitivi, ma non essere seguro né audace con li animali feroci, e pregoti che tu perdoni al tuo ed al mio periculo, che così sarria se sinistro t’avenisse. E non andare contra li animali li quali naturalmente sono armati, imperciò che lli porci salvatichi sono sì come una fulgure, e guardate dalli leoni e dalli serpenti, li quali sono molto spaventevoli e periculosi; e voglio che tu sappi che li lioni me sono molto in odio, e se tu vuoli ch'io te dica la cagione, io el te dirrò».

 

Come Adon doventò fiore vermiglio. Capitulo XXXVII

Poi che la dea Venus se fu partita, li cani de Adon cacciaro uno porco salvatico e, vedendo ciò, Adon se fece innanzi e lanciòli el suo dardo; sentendo el porco scurlare el dardo, lassò li cani ed andò contra Adon, el quale, ciò vedendo; se mise in fuga. EI porco el gionse e sì el percosse nell' angiunaglia e gettòlo per terra quasi che morto; ed essendo presso a morire, sì se lamentava molto forte, onde la dea Venus li apparve e venne a llui e trovòlo ch'era morto. Vedendo ciò, la dea sì se squarciò li soi vestimenti e piangea amaramente sopra del suo corpo e dicea: «Non ostante che tu si morto, la morte tua se celebra ogni anno, onde sempre sarai auto in memoria ed anche te converterò in fiore. E questo è possibele a me, imperciò che le compagne de Proserpina, piangendola quando Pluto la portò all'inferno, sì se fuoco mutate in uccelli, salvo che 'l capo e 'l cuollo», come denanzi se contene. E dicendo questo, madonna Venus tolse una commestione d'acque odorifera e sì la sparse sopra la ferita de Adon, e subito cominciò a fare li bololi, sì come fa la terra quando piove, cadendo le gocce dell'acqua in terra. E subito Adon fu mutato in fiore rosso, sì come è el fiore de la melagranata, ma quello fiore poco dura perciò che, come elli è scosso dal vento, sì cade in terra. E qui se determinano le favole e lo testo del decimo libro de Ovidio.

 

Allegoria e terzadecima mutazione de Adon mutato in fiore. Segnata per O

Sì come denanzi è ditto, Adon fu uno giovenetto molto lussurioso, e perciò dice 1'autore che Venere 1'amava, la quale fu dea della lussuria. Costui sentiva e conoscea el suo vizio e, per cacciare da sé la libidine, s'afaticava molto nelli lavorerii de la terra ed anche andava spesse volte a cacciare. E dice che Venus el convertì in fiore caduco che poco dura, e ciò significa che questa soperchia voluntà dura poco, ed anco chi se dà a seguitare la lussuria vaccio viene meno, e questa esperienza è assai manifesta.