I sec a.C.
PROPERZIO, Elegie, II, 13, vv. 50-55
Traduzione tratta da: Properzio, Elegie, a cura di Fedeli P., Edizione Sansoni, Milano
(…) Malgrado tutto, piangerai spesso il tuo amico perduto: vogliono i numi che vengano amati in eterno gli uomini che non sono più. Lo attesta la dea alla quale il cinghiale uccise un giorno il candido Adone, mentre cacciava sulla cima dell’Ida. Si narra che il bell’Adone giacesse nelle paludi dell’Ida e tu, Venere, con le chiome sciolte là ti recassi (…).