Titolo dell'opera: Pygmalion et Galathée
Autore: Laurent Pécheux
Datazione: 1784
Collocazione: San Pietroburgo, Hermitage
Committenza:
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tela
Soggetto principale: La statua realizzata da Pigmalione prende vita per intervento di Venere
Soggetto secondario:
Personaggi: Pigmalione, Galatea, due apprendisti
Attributi: martello, scalpello (Pigmalione); nidità, rigidità (Galatea)
Contesto: interno della bottega
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Carr J. L., Pygmalion and the Philosophes, in “Journal of The Warburg and Courtauld Institutes, 23, 1960, p. 246.Dörrie H., Pygmalion. Ein Impuls Ovids und seine Wirkungen bis in die Gegenwart, Opladen 1974, p. 51. Davidson Reid J., The Oxford Guide to classical mythology in the arts, 1300-1900’s, Oxford university Press, New York-Oxford 1993, vol.2, p. 958. Levey M., Painting and sculpture in France 1700-1789, New Haven and London 1993, p. 227.
Annotazioni redazionali: Il dipinto fu realizzato da Pécheux nel 1784 e raffigura il momento dell’animazione della statua con numerose innovazioni iconografiche. Carr infatti sottolinea che l’effigie, ancora di apparenza marmorea, è viva solo nell’atteggiamento di modestia, connotazione che le deriva direttamente dal testo ovidiano (Pigfc02). Mancano i puttini, presenti invece nelle precedenti rappresentazioni settecentesche, che derivavano dall’iconografia del mito di Prometeo nel momento in cui è infusa la vita all’uomo attraverso il fuoco. Al loro posto c’è solo Cupido che punta la sua freccia verso lo scultore. Anche l’atteggiamento di Pigmalione è mutato rispetto alla tradizione settecentesca; infatti qui non è più stupito, ma assume una rigida posa neoclassica, quasi stilizzata, in contrasto con l’espressione sorpresa ed allo stesso tempo incuriosita dei due apprendisti, di cui uno indica la scena, che assistono al miracolo da dietro un tendaggio posto sulla sinistra. Galatea è rappresentata secondo l’iconografia classica della Venus pudica, ma ha accanto un delfino, attributo della Venus marina, ma anche della nereide Galatea (Cfr. schede opera 27 e 35).
Silvia Trisciuzzi