29: Pigmalione

Titolo dell'opera: Pigmalione e Galatea

Autore: Jean Raoux

Datazione: 1717

Collocazione: Montpellier, Musée Fabre

Committenza: 

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela

Soggetto principale: La statua realizzata da Pigmalione prende vita per intervento di Venere

Soggetto secondario: due figure sedute di fronte ad una statua

Personaggi: Pigmalione, Venere, Galatea, puttini, Imeneo

Attributi: nudità (Galatea); ali, fiaccola (Imeneo)

Contesto: scena d’interno

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Carr J. L., Pygmalion and the Philosophes, in “Journal of The Warburg and Courtauld Institutes, 23, 1960, pp. 245-246. Dörrie H., Pygmalion. Ein Impuls Ovids und seine Wirkungen bis in die Gegenwart, Opladen 1974, p. 51. Davidson Reid J., The Oxford Guide to classical mythology in the arts, 1300-1900’s, Oxford university Press, New York- Oxford, 1993, vol.2, p. 957. Levey M., Painting and sculpture in France 1700-1789, New Haven and London 1993, pp. 19-20.

Annotazioni redazionali: Il dipinto Pigmalione e Galatea fu dipinto da Raoux nel 1717 come morceau de réception quando fu ammesso all’Accademia Reale d’Arte come pittore di storia. Carr sottolinea come il dipinto rifletta gli ideali dei circoli epicurei e della società dell’epoca, secondo i quali il mito è letto in una chiave edonistica e sensuale. Nel dipinto lo scultore, stupefatto per il miracolo, contempla la statua ormai viva poggiata su di un piedistallo. Quest’ultima volge lo sguardo in alto verso Venere che è distesa su di una nuvola e tocca la fronte della statua con la mano destra. Sono presenti molti particolari simbolici che alludono al tema amoroso: sopra Venere ci sono due colombe che si baciano; sotto di lei, un puttino ascolta il battito del cuore della statua; sulla destra, Imeneo, con la tradizionale torcia nella mano, la conduce verso il suo amante. Sullo sfondo a sinistra, è visibile uno scorcio dell’interno di un’altra bottega di uno scultore, in cui vi sono due figure sedute di fronte ad una statua posta su di un piedistallo di legno.

                                                                                                                        Silvia Trisciuzzi