
Titolo dell'opera: Storie di Pigmalione
Autore: Anonimo
Datazione: XV sec.
Collocazione: Parigi, Bibliothèque Nationale, Ms. Fr. 12592, fol. 62v.
Committenza:
Tipologia: disegno
Tecnica: ad inchiostro
Soggetto principale: Pigmalione innamorato della sua opera; Pigmalione veste la statua; Pigmalione suona per la statua
Soggetto secondario:
Personaggi: Pigmalione; statua
Attributi: nudità, rigidità (statua)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Agamben G., Stanze. La parola e il fantasma nella cultura occudentale, Torino 1977, pp. 73-83; Guillaime de Lorris – Jean de Meun, Le Roman de la Rose, versione italiana a fronte di D’Angelo Matassa G., L’Epos, Palermo 1993, 2 vol., pp. 1364- 1366; Huot S., The Romance of the Rose and its medieval readers: interpretation, reception, manuscript transmission, Cambridge University Press, Cambridge 1993, pp. 273-282
Annotazioni redazionali: Il disegno è una illustrazione marginale della favola di Pigmalione contenuta nel codice MS. Bibl. Nat. Fr. 12592 del Roman de la Rose, caratterizzato dalla presenza di elaborati disegni marginali, presenti solamente nella parte di poema composta da Jean de Meun. I disegni ad inchiostro sono per lo più rossi e neri, con la presenza talvolta di verde e blu, soprattutto verso la fine del manoscritto. Tali disegni raffigurano la struttura narrativa del poema; infatti sono presenti diverse sequenze narrative di ciascun mito proprio per rendere conto dei diversi momenti delle storie. Sylvia Huot li definisce glosse visuali per il loro carattere esplicativo. In questo manoscritto sono presenti sette scene riguardanti la favola di Pigmalione; il disegno in esame rappresenta i primi momenti del mito. Sulla sinistra lo scultore contempla la statua nuda che egli stesso ha realizzato ad indicare chiaramente il tema dell’innamoramento per un simulacro. Al centro, la scena della vestizione della statua, particolare presente nel testo di Jean de Meun (Cfr. scheda opera 09). Tale momento del mito è presente anche nel racconto ovidiano, ma all’interno del Roman de la rose acquisisce maggiore importanza, tanto da occupare un gran numero di versi. Jean de Meun infatti descrive minutamente tutti i capi di vestiario, le stoffe ed i colori, gli ornamenti ed i gioielli con cui lo scultore adorna la sua statua. In ciò si può vedere il carattere di insana passione dello scultore, come egli stesso più volte riconosce, ma anche la ripresa di un topos della lirica trobadorica. La vestizione della statua è presente anche nell’ Ovide moralisé, ma viene interpretata come dono di virtù, simboleggiate da abiti e gioielli, da parte di Dio all’uomo (Pigfm07). Il disegno coglie realisticamente il momento in cui Pigmalione veste la statua che è raffigurata con il vestito infilato sulla testa e il corpo quasi del tutto nudo. In fondo a destra, Pigmalione suona per la statua nella sua bottega, alla cui parete sono esposti numerosi strumenti musicali. Tale particolare riprende fedelmente il testo di Jean de Meun che introduce per la prima volta nel mito di Pigmalione l’elemento della musica e della danza. Fleming afferma che la fonte di tale invenzione è la figura del re Davide, grande musicista e compositore di salmi, presente nella Bibbia. In opposizione a tale figura, l’idolatria di Pigmalione è ancora più evidente.
Silvia Trisciuzzi