07: Pigmalione

Titolo dell'opera: Pigmalione al lavoro

Autore: Anonimo

Datazione: seconda metà XV sec.

Collocazione: Oxford, Bodleian Library, Douze Ms. 194

Committenza: 

Tipologia: incisione

Tecnica: 

Soggetto principale: Pigmalione al lavoro

Soggetto secondario: 

Personaggi: Pigmalione; statua

Attributi: scalpello, martello (Pigmalione); nudità, rigidità (statua)

Contesto:  

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Fleming J. V., The Roman de la rose, Princeton New Jersey 1969, p.233. Agamben G., Stanze. La parola e il fantasma nella cultura occudentale, Torino 1977, pp. 73- 83. Guillaime de Lorris – Jean de Meun, Le Roman de la Rose, versione italiana a fronte di D’Angelo Matassa G., L’Epos Palermo, 1993, 2 vol., vv. 20787-20810.

Annotazioni redazionali: L’incisione, tratta dal codice Douze Ms. 194 contenente il Roman de la Rose, mostra Pigmalione al suo tavolo di lavoro, intento a scolpire la statua con martello e scalpello. Indossa abiti dell’epoca, ma l’ambiente circostante, presumibilmente una bottega di scultore, è molto stilizzato, reso solamente attraverso il tavolo scorciato in una titubante prospettiva. La statua rappresenta una figura femminile nuda, in posizione eretta, anche se poggiata al tavolo di lavoro, secondo un’iconografia che permarrà nei secoli. Infatti irrealisticamente essa è sprovvista di un qualsiasi piedistallo. La rappresentazione di Pigmalione come artista al lavoro illustra fedelmente il testo di Jean de Meun in cui egli è descritto come artista abilissimo, in grado di scolpire ogni materiale. L’atto creativo deriva dalla sua volontà di creare un’opera d’arte immortale e non è quindi mosso dal disgusto suscitato dal comportamento delle Propetidi, donne di Cipro che negarono la divinità di Venere e che per punizione furono le prime prostitute, trasformate poi in pietre (Met. X, 237-242), come nelle Metamorfosi. Ovidio infatti connota Pigmalione come uomo pio che decide di condurre una vita celibe, Jean de Meun, al contrario, come un artista che, ricercando l’opera immortale, cade vittima , a causa della sua vanagloria, di un amore folle per la sua opera. Fleming sottolinea inoltre che nelle illustrazioni di questo momento del mito, nessun miniatore o incisore segue il testo francese che afferma che la statua era di avorio, materia usata per sculture di piccole dimensioni. Ma la statua doveva, per le necessità del racconto (Pigfm11), essere a grandezza naturale e per questo motivo rappresentata in pietra o legno.

                                 Silvia Trisciuzzi