NICCOLO’ degli AGOSTINI, Tutti li libri de Ovidio Metamorphoseos tradutti dal litteral in verso vulgar con le sue allegorie in prosa, Venezia 1522
Ma prima che cosi fusser mutate
di donne in vacche, e di uacche in uccelle
eran si scorrette, e si sfacciate
che le nature lor mostrauan quelle
onde accio che ristassero infamiate
tutte le donne pel difetto delle
Pighmaleon nel qual uirtu fioriua
una statua fe far di pietra uiua
Si ben formata, e di tanta bellezza
Che donna alcuna mai la pareggioe
Laqual poi che fu fatta a tal vaghezza
lindusse che di lei s’ inamoroe
e quella sopra ognialtra sua ricchezza
tenneua accara, e tanto singannoe
che non sapea sil, penser lo penetra
sera di carne, o dinsensibil pietra
onde il piu de le uolte li parlaua
e spesso con le braccia per diletto
al col di quella statua le gettaua
basciandoli la gola, e il bianco petto
e quando qualche giemma li doanua
e tal hor senza hauer alcun rispetto
la vestiua di drappi aurati, e belli
e ne le dite gli ponea gli anelli
mentre Pighmaleon uiueua con questa
imagine, com’io v’ho qui narrato
per sua uentura il giorno de la festa
de la dea Venus molto celebrato
giunse, tal che dandar alcun non resta
degli abitanti al tempio suo sacrato
a portarli li uoti, e dir gli offitii
et farli gli olocausti, e i sacrifitii.
Pighmaleon anchel ne uuolse andare
e come fu nel sacro tempio drento
sando nanzi laltar a inginocchiare
con diuotion, e bon proponimento
e disse o dei li qual potete fare
tutto quel c’auoi piace in un momento
fate c’habbi una moglie cosi pia
bella, gentil como e la statua mia
e non li basto lanimo de dire
che quella statua fusse come haria
potuto in donna uiua conuertire
ogniun di lor, pel gran poder ch’hauia
ma apena pote loration finire
che la dea Venus gratiosa, e pia
li concesse la gratia, e dognintorno
s’accese i torzi senza alcun soggiorno
onde pien de timor, e di speranza
a dietro ritorno senza dimora
e come entrato fu ne la sua stanza
se nando da colei chin terra adora
per abbracciarla secondo lusanza
e trouo che di lei ne usciua fuora
un certo humor come di cosa niuna
tal che per merauiglia ne stupiua
poi con le man pigliando le mamelle
ambe trouolle consentir al tatto
et esser piu che mai morbide, e belle
si che ne risto molto stupefatto
pur sicurossi alquanto a basar quelle
et coli dopo non tutta in un tratto
la statua per uirtu di quella diua
chera di pietra, fu di carne uiua
alhor la dea del cielo presto discese
tutta gioconda,vaga, e leggadretta
e luno, e laltro per la destra prese
e fece il sposalitio far infretta
poi per la strata doue venne ascese
che li vedea per laria pura, e netra
e ritorno nel suo tugurio, e nido
doue habitaua col figliuol Cupido
Allegoria delle cose dette
La allegoria di Cerasti. Costoro furono certi populi bestiali liquali sacrificando (?) alli loro Idoli carne humana. Onde che Venus che vien dalli sapienti interpretata ragione di natura si li muto in thori perche erano molto feroci, seguita poi Ovidio delle Prophetide mutate in vacche, queste furono certe donne le quali cominciaro in loro gioventu a voler observare castita, e pero dice l’autore che sprezzavano la detta dea Venus e anchora biastemavano chi usava latto venereo, e poi cominciaro a lusuriare e tanto se delettaro che divennero publiche meretrici, e percio le pone mutate in vacche. Ma vedendo questo Venus che usavano tanta lusuria che non poteano generare la schiata loro sminui tanto che sola al mondo ne rimase una e le altre per tanta abondantia de libidine morirono. E nella una visse longo tempo. E perche si suol dire che la phenice vive lungo tempo e non vi esser piu duna pero la pone Ovidio mutata in phenice. Hor della statua che nel testo si narra de Pighmaleone mutata in donna sono molti poeti liquali dicono che Pighmaleone sprezzava tutte le femine e percio fece fare una statua bianca de marmo in forma de femina, con laquale comincio a dormire e spesse fiate peccava con essa, per laqual cosa li venne voglia de pigliar moglie e così fece. E percio dice Ovidio chela statua divenne vera femina. Il testo de Ovidio litteral dice chella statua se ingravido di la qual nacque Papho il che esser non può. Ma si die intender che Pighmaleone haveva una sua donna bianca come avorio edera di forte che nel usar di latto venereo non si movea ma stava come pietra e senza nullo amore carnale. Onde per questo dice che era una statua, e che Pighmaleone pregasse la dea Venus. Questo se entende perche continuo tanto luso naturale con la detta donna che risenti e usava poi si come le altre fanno. E percio dice che di sasso marmoreo divenne di carne viva di costoro nacque uno ilquale fu chiamato Papho. Li poeti tengono della presente fabula la prima e la seconda opinione.