Titolo dell’opera: Orfeo davanti Plutone e Proserpina
Autore: François Perrier, detto il Borgognone (1590/1600-1650)
Datazione: 1647-1650
Collocazione: Parigi, Museo del Louvre
Committenza:
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tela (54×70 cm)
Soggetto principale: Orfeo suona al cospetto di Plutone e Proserpina
Soggetto secondario:
Personaggi: Orfeo, Plutone, Proserpina, Cupido, Cerbero
Attributi: viola (Orfeo); faretra (Cupido)
Contesto: ambiente interno
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: www.louvre.fr
Bibliografia: Laran J., Une vie inédite de François Perrier, in “Bulletin de la societé de l’Histoire de l’art Français”, 1913, p. 186; Lemonnier H., La peinture et la gravure en France pendant la première moitié du XVII siècle, in “Histoire de l’art depuis les premiers temps chrétiens jusqu’à nos jours”, tomo VI, Parigi 1921, p. 221; Schleier E., Quelques tableaux inconnus de François Perrier, in “Revue de l’art”, n. 18, 1972, p. 43; Rosenberg P., Reynauld N., Compin I., Musée du Louvre. Catalogue illustré des peintures. Ecole française XVII-XVIII siècles, Parigi 1974, n. 632; Thuillier J., Les dernières année de François Perrier 1646-1649, in “Revue de l’art”, n.99, 1993, p. 16; Fohr R., in Les Métamorphoses d’Orphée, catalogo della mostra, Tourcoing, Strasbourg, Ixelles, 1994-1995, Snoeck-Ducaju e Zoon, p. 128
Annotazioni redazionali: il dipinto realizzato dall’artista negli ultimi anni di vita, fece parte della collezione di Luigi XIV. L’opera ha un impianto e una composizione molto simile alle opere precedenti di analogo soggetto. Orfeo è raffigurato all’estrema sinistra del quadro: è in piedi, quasi completamente nudo, coperto solo da un mantello celeste che gli avvolge il braccio sinistro, ha il capo coronato d’alloro e con la mano sinistra regge uno strumento musicale, che non è la lira, della quale parlano le fonti, ma piuttosto una viola, anche se da Fohr (1994-95) è definita lira da braccio. Il cantore ha la bocca aperta, a testimoniare la sua preghiera. La viola è sostenuta dal basso da un putto alato che fornito anche di faretra si potrebbe identificare come Cupido, invocato da Orfeo nella sua preghiera, come colui che lo ha spinto a quel gesto e come colui che scoccando una freccia ha spinto Plutone a rapire Proserpina e portarla nel suo regno quando la donna era ancora in vita (Ovidio, Metamorfosi, X, 25-29). In senso figurato Amore sostiene il cantore nella sua impresa e nella sua ispirazione. Perrier è uno tra i pochi artisti che raffigura Cupido. Come Orfeo anche Cupido volge il suo sguardo verso Plutone e Proserpina. Quest’ultimi sono raffigurati di fronte: Plutone è seduto, con il capo coronato, che lo connota come sovrano del regno, il busto nudo e la parte inferiore del corpo coperta da un drappo rosso. Ha il piede destro poggiato su Cerbero che è addormentato, nella mano sinistra regge uno scettro mentre volge lo sguardo totalmente assorto nell’ascolto di Orfeo. Dietro di lui Proserpina è poggiata allo schienale del suo trono, è vestita anch’essa di un drappo che le lascia scoperto il seno sinistro e ascolta anch’essa rapita la supplica di Orfeo. Alle loro spalle un drappo rosso che sembra fare da tenda e la parte inferiore di una colonna che sorregge una struttura non visibile. A lato di Plutone l’artista ha raffigurato un altro personaggio con serpenti al posto dei capelli e il volto che mostra un’espressione di dolore, molto probabilmente una delle Furie le quali secondo Ovidio per la prima volta ebbero le guance inumidite dalle lacrime, commosse dal canto di Orfeo (Ovidio, Metamorfosi, X, 45-47). Sullo sfondo, alle spalle di Orfeo, si vedono due occhi brillanti nell’oscurità e, nelle fiamme del luogo infernale Sisifo che spinge verso l’alto un grande masso, secondo la pena che gli era stata inflitta.
Maria D’Adduogo