61: Orfeo e Euridice

Titolo dell’opera: Orfeo ed Euridice davanti a Plutone e Proserpina negl’Inferi

Autore: Massimo Stanzione (1585-1656)

Datazione: 1636

Collocazione: Zurigo, Kunsthaus

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela (233×320 cm)

Soggetto principale: Orfeo suona il violino chiedendo ai sovrani dell’Ade di poter riportare sua moglie sulla terra 

Soggetto secondario: Caronte traghetta delle anime

Personaggi: Orfeo, Euridice, Plutone, Proserpina, Cerbero, putti, altri personaggi

Attributi: violino (Orfeo)

Contesto: ambiente interno

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Ceci G., Stanzione Massimo in Ulrich Thieme/Felix Becker, Allgemeines Lexicon der bildenden Künstler, Lipsia, XXXI, 1937, pp. 472-3; Spinosa N., (a cura di), La pittura napoletana del ‘600, Longanesi & C., Milano 1984, n. 556; Schütze S., Willette S., Massimo Stanzione. L’opera completa, Electa, Napoli 1992, p. 256

Annotazioni redazionali: il dipinto seppure firmato e datato «M. Stanzioni 1636 dip.» non è ritenuto da tutta la critica come autentico dell’artista. Infatti Spinosa (1984) lo ritiene una delle opere giovanili di Mattia Preti, considerando apocrifa la firma. Il Ceci (1937) invece lo attribuiva a Massimo Stanzione. Come altri artisti precedenti l’artista ha raffigurato Orfeo, vestito all’antica con un mantello svolazzante, coronato di alloro, mentre suona non la cetra ma un violino e volge il suo sguardo supplichevole verso Plutone e Proserpina che sono seduti di fronte  a lui. Plutone raffigurato come un vecchio barbato è coronato e stringe il tridente nella mano destra mentre poggia il braccio sinistro su quello di Proserpina. Quest’ultima completamente nuda poggia il piede sinistro sulla spalla di un puttino inginocchiato, mentre il piede destro è sostenuto da un altro puttino alato. Ai piedi dei due sovrani un uomo barbato guarda verso Orfeo così come la vecchia donna e l’uomo stanti al fianco di Plutone. Orfeo è trattenuto da una giovane donna completamente nuda, sicuramente la moglie Euridice. Sullo sfondo, in alto, un’anima cammina sorreggendo un grande masso: può essere Sisifo, condannato in eterno a spingere un masso verso l’alto che sarebbe rotolato sempre giù. Sempre sullo sfondo, ma attraverso un antro nella roccia, nel quale ci sono dei dannati,  si vede Caronte, il traghettatore delle anime che ha permesso ad Orfeo di raggiungere l’Ade, che rema su di una barca con delle anime.  

Maria D’Adduogo