58: Orfeo e Euridice

Titolo dell’opera: Orfeo che libera Euridice

Autore: Giovanni Mannozzi, detto Giovanni da San Giovanni (1592-1636)

Datazione: 1634-1635

Collocazione: Firenze, Palazzo Pucci

Committenza: Alessandro Pucci

Tipologia: pittura parietale

Tecnica: affresco

Soggetto principale: Orfeo libera Euridice dall’Ade

Soggetto secondario: 

Personaggi: Orfeo, Euridice, Cerbero

Attributi: violino (Orfeo)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Baldinucci F., Memorie di pittori, scultori e architetti; Giglioli O. H., Giovanni da San Giovanni (Giovanni Mannozzi, 1592-1636), Edizioni S. T. E. T., Firenze 1949, pp. 118-120, 150; Ginori Lisci L., I Palazzi di Firenze nella storia e nell’arte, Cassa di risparmio di Firenze, Firenze 1972, vol. I, pp. 405-412; Banti A., Giovanni da San Giovanni. Pittore della contraddizione, Sansoni, Firenze 1977

Annotazioni redazionali: l’affresco con Orfeo che libera Euridice insieme con il Giudizio di Paride si trova al centro del soffitto di palazzo Pucci. Il committente degli affreschi, descritti dal Baldinucci, fu il “nobilissimo gentiluomo” Alessandro Pucci, a quel tempo proprietario del palazzo posto sulla cantonata di Via de’ Servi ed oggi passato tra i beni della Mensa arcivescovile di Firenze. Gli affreschi superstiti ancora visibili in due saloni al piano nobile del palazzo, sono il Giudizio di Paride, racchiuso in una ricca incorniciatura in finto stucco con festoni e ghirlande dorate e Orfeo che libera Euridice dall’Inferno, “tutte figure”, scrive il Baldinucci, “che con non ordinaria espressiva e di terrore e di forza, fanno apparire il bel concetto di Giovanni”. Faceva parte della stessa serie di casa Pucci, anche l’affresco malamente staccato con Venere e le tre grazie (Giglioli, 1949). Che Alessandro Pucci fosse il committente, come scrive il Baldinucci, degli affreschi da lui descritti nel palazzo in via de’ Servi, è provato dal fatto che negli anni 1633-34 ne era appunto il proprietario. Soltanto quattro delle pitture restano nella loro ubicazione originale, mentre le altre furono tolte dai soffitti con il disfacimento del muro dall’antiquario Ciampolini quando entrò in possesso del palazzo. L’affresco di Orfeo ed Euridice è racchiuso da una cornice lignea dorata e intagliata. Orfeo, avvolto in un drappo svolazzante, regge un violino nella mano sinistra e con la destra abbraccia Euridice che sembra si stia stringendo a lui per non essere tirata nuovamente negl’Inferi perché contrariamente agli avvertimenti di Plutone e Proserpina Orfeo si è voltato a guardarla. La donna infatti sta cercando di emergere dalla cavità infernale ma due delle tre teste di Cerbero che è accanto a lei, hanno afferrato un lembo del suo abito per trascinarla nuovamente dentro.

Maria D’Adduogo