Titolo dell’opera: Orfeo agli Inferi
Autore: Nicolas Poussin (1594-1665)
Datazione: ca. 1622-1623
Collocazione: Londra, Castello di Windsor, Royal Library
Committenza:
Tipologia: disegno
Tecnica: penna, inchiostro marrone, inchiostro grigio bruno (192×322 cm)
Soggetto principale: Orfeo prega i signori dell’Ade di restituirgli la moglie Euridice
Soggetto secondario:
Personaggi: Orfeo, Plutone, Proserpina, Cerbero, Issione, figure maschili, figure femminili
Attributi: arpa (Orfeo); ruota (Issione)
Contesto: ambiente interno
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Costello J., Poussin’s drawings for Marino and the new classicism: I-Ovid’s Metamorphoses, in “Journal of the Warburg and Courtald Institutes”, XVIII, 1955, pp. 296-317; Blunt A., The Massimi collection of Poussin drawings in the Royal Library at Windsor Castle, in “Master drawings”, XIV, 1976, n. 1, pp. 3-33; Oberhuber K., (a cura di), Poussin. The early years in Rome. The origins of french classicism, catalogo della mostra, Fort Worth,Kimbell Art Museum, 1988, pp. 29-31; Rosenberg P., Prat L. A., Nicolas Poussin. Catalogue raisonné des dessins, Leonardo editore, Milano 1994, vol. I, pp. 6, 7, 16, 17
Annotazioni redazionali: il disegno fa parte di un gruppo di quindici originariamente contenuti nell’album Massimi, dal nome di uno dei primi proprietari, il cardinale Camillo Massimi. La gran parte degli studiosi li ha datati alla fine del periodo parigino di Poussin, cioè verso il 1622/23, prima della sua partenza per Roma nel 1624. Si tratta di fogli realizzati tutti a penna, inchiostro marrone e grigio bruno. Undici fogli riportano scene mitologiche, mentre quattro sono scene di battaglie antiche. Tutti questi disegni sono stati descritti alla fine del XVII secolo da G.B. Marinella, primo catalogatore dell’album Massimi. Fino al 1955 si è creduto che i disegni fossero stati realizzati per il poema Adone di Giovan Battista Marino (1569-1625), del 1623. In realtà Jane Costello (1955) ha dimostrato che i disegni non illustravano il poema di Marino ma le Metamorfosi di Ovidio. L’autrice ha sottolineato che all’epoca di Poussin era frequente che le edizioni illustrate delle Metamorfosi contenessero anche scene di battaglie antiche. Inoltre secondo la Costello i disegni portano le tracce iconografiche di numerose edizioni precedenti dell’opera ovidiana, in modo particolare di quella di Langelier del 1619. Nel 1988 Oberhuber, in occasione dell’esposizione di Fort Worth, sostenne che i disegni, non erano altro che copie del 1640 circa dei disegni originali perduti di Poussin. In generale comunque molti studiosi continuano a vedere in questi disegni delle opere autografe di Poussin. Nel caso del foglio con Orfeo agl’Inferi, l’episodio è tratto dal libro X delle Metamorfosi di Ovidio. Orfeo è raffigurato inginocchiato, mentre suona un’arpa, cercando di commuovere i sovrani dell’Ade per riavere la moglie Euridice. Di fronte a lui Cerbero e poco oltre è seduto Plutone, incoronato e, Proserpina seduta poco più in basso poggia sulle ginocchia del marito. Alla sinistra di Plutone una donna nuda con il capo chino, le braccia incrociate sul seno: quasi sicuramente Euridice. Intorno tutta una serie di personaggi, sia maschili che femminili: sono le anime dei defunti che secondo il racconto ovidiano ascoltarono la supplica di Orfeo e si commossero alle sue parole. In primo piano a sinistra, un uomo barbuto e con la corona è immerso in una pozza d’acqua ed è totalmente assorto dal canto di Orfeo: è Tantalo che secondo Ovidio “non cercò di afferrare l’acqua che rifluendo gli sfuggiva”. A destra un uomo nudo, sdraiato, con catene alle caviglie e ai polsi, con un avvoltoio di fianco: è sicuramente Tizio perché scrive Ovidio “e gli avvoltoi smisero di beccare il fegato”. Dietro un uomo poggiato su una roccia che facendo riferimento ad Ovidio dovrebbe essere Sisifo che si sedette sul suo macigno, mentre sullo sfondo c’è un uomo vicino ad una ruota: è Issione, il quale secondo Ovidio al suono della lira di Orfeo smise per un attimo di girare quella ruota che secondo la pena assegnatagli doveva girare in eterno. Ci sono poi cinque figure femminili tutte a seno scoperto, attratte anch’esse dal canto di Orfeo ma non riconoscibili.
Maria D’Adduogo